Sciopero. Almeno per un giorno i lavoratori della ex Mabro di Grosseto incroceranno le braccia. Questa la decisione arrivata dopo l’assemblea di stamani che ha fatto seguito alla riunione, l’ennesima, che si è tenuta in Regione. Il nodo per l’azienda tessile maremmana è legato al mancato pagamento di stipendi che, alla ex Mabro, si sta protraendo da tempo. Una situazione di crisi di vecchia data per l’azienda, uno stato di stallo nelle trattative con i sindacati che ha iniziato a precipitare a inizio marzo quando i sindacati chiesero spiegazioni all'azienda sulle imminenti scadenze e sulle promesse del proprietario Andrea Barontini, rilasciate sempre in Regione, al tavolo istituzionale con l'assessore Gianfranco Simoncini. In quella circostanza, l'imprenditore pratese prese l'impegno di saldare la mensilità di dicembre entro il 10 marzo e di rimettersi in pari con i pagamenti prima delle ferie estive, vale a dire nel giro di sei mesi. La protesta di oggi è scattata in sala mensa da parte di tutte le lavoratrici che hanno lasciato il camice azzurro in seguito ad un'assemblea a cui ha partecipato anche Massimiliano Brezzo, segretario generale Filctem-Cgil. Previsti lo stop totale nella giornata di oggi, la ripresa del lavoro domani e altre quattro ore totali, in cui i lavoratori incroceranno le braccia, giovedì e venerdì prossimo. Mentre per domani, intanto, è atteso il pagamento degli stipendi di dicembre da parte della proprietà, che  – come dicevamo – risulta sempre in arretrato di tre mensilità.
 
Lunedì si torna di nuovo in Regione Il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici della ex Mabro sembra essere sempre più legato ad un filo. Dipendenti e istituzioni maremmane di sono, da mesi, alle prese anche un continuo andi-rivieni con Firenze dove si sono tenuti non pochi incontri l'assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini. L’ultimo – quello di lunedì scorso – si è sostanzialmente concluso con un nulla di fatto e tutto, anche alla luce di quanto sta avvenendo oggi, è stato rimandato a lunedì prossimo quando le parti si incontreranno di nuovo sperando di avere dati più concreti sui quali basare un piano di rilancio per l'impresa e per l'occupazione. Tra le ipotesi allo studio, c'è quella di avviare ancora ammortizzatori sociali, tipo cassa integrazione, nel caso l'azienda riesca a dimostrare di poter rilanciarsi, e quella di una chiusura, iniziando con il commissariamento e l'apertura di una procedura fallimentare. La nuova società, Abbigliamento Grosseto, incalzata dalle istituzioni, avrebbe dovuto dare risposte concrete entro il 18 marzo ma la crisi, visto lo sciopero odierno, potrebbe presto assumere i connotati di una lunga telenovela con, purtroppo per i lavoratori, un unico comun denominatore: quella Spada di Damocle legata alle buste paga inattese.