Ugo Capocchini, La rosa non finita, Colle di Val d'Elsa, Museo San Pietro

SIENA – Quando la storia d’amore con la giovane Clara finì, il pittore Ugo Capocchini che l’aveva ritratta voleva disfarsi del quadro; lo acquistò, invece, Romano Bilenchi (che lo donò poi al Comune di Colle di Val d’Elsa, dove oggi è conservato nel Museo San Pietro), che lo rese protagonista del racconto La rosa non finita. Perché ogni storia, anche quella apparentemente conclusa, può in realtà lasciare aperta una riflessione, indurre un dialogo nuovo e trasformarsi.

È proprio questa la suggestione che sta alla base di “M’ama, non m’ama. Lettere d’amore alle opere d’arte”, la nuova iniziativa che Fondazione Musei Senesi propone al proprio pubblico, lanciata in occasione di San Valentino e nell’ambito delle celebrazioni dei suoi vent’anni. Perché l’amore ha tante forme e a chiunque può essere capitato di innamorarsi di un’opera d’arte; di commuoversi, subirne il fascino, la sorpresa disarmante o l’inatteso turbamento. E cosa proverebbe quell’opera, nei nostri confronti; cosa ci risponderebbe mentre la fissiamo rapiti?

I musei non sono solo luoghi della conoscenza e della conservazione: sono spazi in cui si può ridere e piangere, riflettere e stupirsi, ma soprattutto emozionarsi. Ed è a queste emozioni, allora, che FMS ci chiede di dare forma con una lettera: un modo inedito per celebrare i musei e le collezioni a partire dalle storie che le persone sapranno immaginare e vorranno condividere.

Le regole del gioco sono semplici: fino al 30 giugno, chiunque lo desideri, può inviare alla mail letteredamore@museisenesi.org la sua lettera indirizzata a un’opera conservata in uno degli oltre 40 musei delle terre di Siena, sia essa un dipinto, una scultura, un reperto archeologico, uno strumento scientifico, un bene demo-etnoantropologico. E se è vero che ogni relazione è fatta anche di trepidanti attese, di conferme o dinieghi, qui non c’è da disperare: presto o tardi quell’opera… risponderà! Queste corrispondenze saranno pubblicate online sui canali di FMS mentre quelle migliori, selezionate da un’apposita giuria, saranno premiate e pubblicate in un volume realizzato in collaborazione con Betti Editrice.

«Negli ultimi anni – racconta la direttrice di FMS, Elisa Bruttini – siamo stati sempre più affascinati da una dimensione empatica ed emotiva attraverso cui rileggere e presentare i nostri musei. Nel volume Dipinti e lacrime, d’altronde, James Elkins ci pone di fronte a una domanda: cosa accade quando un’opera d’arte significa per noi molto più della sua storia,quando ci comunica qualcosa davvero difficile da esprimere? Spero che i nostri visitatori possano vincere l’iniziale imbarazzo e instaurare con le nostre opere un dialogo più intimo. E che abbiano voglia di tradurre in parole questa sensazione».

Tutte le info, il regolamento e una selezione di opere “ispiratrici” sono disponibili sul sito museisenesi.org.