FIRENZE – “Abbiamo cementificato, inquinato, costruito dove non era possibile, edificato e poi condonato, tombato canali per realizzare sopra strade e palazzi. Non è storia passata: c’è chi continua su questa strada”.
I consorzi di bonifica alzano la testa. Lo fanno attraverso Marco Bottino, il presidente dell’ente che li riunisce, l’Anbi, dopo le polemiche seguite alla devastazione scaturita dalla perturbazione. “Non è cercando colpevoli e colpe che risolveremo il problema: serve una presa di coscienza collettiva – ha affermato il dirigente -. Sembra essere diventato di moda cercare colpevoli anche se e quando non ci sono. È un errore: e lo dico non per difendere i Consorzi di Bonifica che spesso vengono chiamati in causa. Di fronte a un mutamento epocale come quello del clima non servono capri espiatori”.
E ancora: “C’è chi ha cercato un colpevole e una colpa: il gestore del servizio idrico per la pulizia di fogne e caditoie, i Consorzi di Bonifica per la manutenzione dei fiumi, il Lamma per le previsioni non abbastanza precise, persino i volontari delle Pubbliche assistenze sono stati aggrediti”. Il presidente delle bonifiche toscane ha spiegato che “un danno non è automaticamente colpa di una mala gestione. A volte, e credo sia questo il caso, i danni derivano da situazione oggettivamente ingestibili fra cui anche e soprattutto da scelte collettive sbagliate andate avanti per troppo tempo e che ora, di colpo, sommano le loro conseguenze”.
Infine, il suggerimento per evitare un ripetersi costante di certe sciagure: “Dobbiamo ripensare i nostri modelli di sviluppo poiché gli interventi di gestione non bastano più. Dobbiamo progettare il nuovo in modo diverso, cambiare il rapporto con l’ambiente”.