SIENA – Giovanni Perdichizzi, conosciuto come “u spinaciu”, emergente di Cosa nostra barcellonese, fu ucciso a Barcellona il primo pomeriggio di Capodanno 2013.
Assassinato con un fucile calibro 12, ricevette un colpo alle spalle e un colpo di grazia alla testa da due killer su uno scooter Yamaha T Max. Poco prima dell’omicidio, era fuori dal bar per una sigaretta, ignaro del suo destino. Filippo Barresi, allora capo della cosca, lo aveva fatto reggente in un periodo difficile, con altri capi incarcerati. Perdichizzi doveva gestire le estorsioni a San Giovanni, ma secondo i pentiti trattenne il denaro per sé, isolandosi.
L’omicidio segnò l’apice di una stagione cruenta, che includeva anche l’uccisione di Giovanni Isgrò un mese prima. Vent’anni dopo, la Procura di Messina e la Distrettuale antimafia hanno arrestato i presunti assassini, Salvatore Bucolo e Giovanni Crinò, grazie a un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio mafioso. I fermi sono avvenuti a Barcellona Pozzo di Gotto e nel Senese.
Gli arresti, eseguiti dai carabinieri del Ros guidati da Vito Di Giorgio e Fabrizio Monaco, si basano sulle testimonianze dei pentiti Carmelo D’Amico, Nunziato Siracusa, Salvatore Micale, Alessio Alesci e Marco Chiofalo, e sull’analisi di filmati di sorveglianza che riprendono i killer prima e dopo l’omicidio. Con queste nuove prove, le indagini hanno finalmente chiuso il caso, risolvendo uno dei più intricati misteri della criminalità di Barcellona.