Avrà alzato un tordo o una beccaccia, chissà. Fatto sta che la canina, una cocker springer bianca e nera, appena il cacciatore ha sparato è entrata nella macchia per riportare, felice, la sua preda in bocca. Sarebbe stata una bella domenica per entrambi, la canina e il suo padrone. Ma stava per finire in dramma.
In quel fittume vicino a dove nasce l’Asso prima di buttarsi molti chilometri più in basso nell’Orcia, infatti, c’è un pozzo a pelo di superficie, senza nessuna protezione e lei c’è finita dentro. Al suo padrone, dopo vari tentativi di farsi largo tra i rovi non era rimasto che urlare aiuto, nella speranza che qualcuno raccogliesse quel grido disperato. Per fortuna qualcuno ha sentito e da due sono diventate quattro le braccia a cercare di riportare in superficie l’animale che nel frattempo aveva preso a latrare, inzuppata nell’acqua. Provano a calarsi nel pozzo, uno tiene l’altro per i piedi a rischio anche di finirci dentro. Ma niente.
Le braccia, poi, diventano otto per il sopraggiungere improvviso di due cacciatori; infine la telefonata provvidenziale ai Vigili del Fuoco che in breve tempo sono sul posto, con una sega per farsi spazio. La canina ne frattempo aveva anche smesso di latrare e piangere. Poi, i Vigili del Fuoco, imbracati e preparati sono scesi e ben presto la springer è tornata a vedere la luce. La gioia del suo padrone è incontenibile.
La breve cronaca di una giornata che poteva finire in dramma non vuole schierare i lettori tra pro o contro la caccia, sia inteso. Ma solo rammentare la forza di un legame che lega l’uomo e il cane dalla notte dei tempi. Ieri i due, improvvisamente separati, si sono ricongiunti e il cane e il suo padrone sono rientrati a casa. Senza preda, con qualche graffio, ma felici di averla scampata.