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confTrasformare un gioiello dell’architettura del trecento toscano da monumento di un illustre passato in un momento di aggregazione per la comunità, e di sviluppo per il territorio. E’ l’obiettivo che si è posto il Comune di San Gimignano avviando una consultazione pubblica per realizzare interventi di recupero e valorizzazione dell’ex convento ed ex carcere di San Domenico e chiamare così a raccolta istituzioni e privati. Le finalità del bando, che si chiude il prossimo 31 maggio, sono state illustrate in una conferenza stampa nella sede dell’Anci nazionale, alla presenza del sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi e di Alessandro Cattaneo, presidente della Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci che collabora alle attività di valorizzazione del Comune senese.

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Operazione etica e storica per lo sviluppo Il San Domenico, uno dei complessi monumentali più affascinanti della Toscana coi suoi 9mila metri quadrati di superficie, fra stanze, cucine, laboratori e cantine, porticati e spazi comuni, nel 2011 è stato trasferito al Comune di San Gimignano ed alla Regione Toscana, grazie alla prima operazione di “federalismo demaniale culturale”, il processo di trasferimento a titolo gratuito di beni di interesse storico-artistico del patrimonio culturale dallo Stato agli enti locali. Il Comune senese, forte anche del titolo di città patrimonio UNESCO di cui si fregia dal 1990, cerca ora investitori privati per dare, attraverso lo strumento tecnico della concessione lunga, nuova veste ed identità ad un luogo dalle immense potenzialità. «Il ‘Progetto San Domenico’ non è solo un’operazione volta a restaurare un bene prezioso, prima castello del Vescovo, poi convento dei Domenicani e poi carcere che assomma all’ 8% del Centro Storico di San Gimignano» ha sottolineato Bassi, che è anche presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco. «Non è solo un’operazione per creare valore, sviluppo ed occupazione, sia per il recupero e la remunerazione del capitale investito, sia per l’esercizio quotidiano di attività economiche legate al turismo ed alla cultura grazie ad una concessione d’uso lunga» ha aggiunto il primo cittadino. «Ma è anche un’operazione etica e storica con la quale vogliamo trasformare un complesso, che per mille anni è stato sinonimo di chiusura e di dolore, in un luogo di apertura culturale, di incontro tra persone di vari continenti, di piacere  e di bellezza legate alle tradizioni artistiche, enogastronomiche, espositive, ricettive toscane e di un progetto-pilota di didattica del paesaggio». Tutto questo per realizzare «una esperienza unica di approfondimento del rapporto tra l’uomo e la natura che ci ha consegnato, dopo secoli, uno dei paesaggi rurali, quello delle colline toscane, più famosi e apprezzati nel mondo» ha concluso Bassi.

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Occasione di crescita «Questo incontro vuole innanzitutto dare senso ad un lavoro di  grande qualità e di importanza per il compendio di cui parliamo, peraltro inserito a San Gimignano in un contesto di grande pregio e meta turistica da 3 milioni di visitatori l’anno» ha spiegato Cattaneo, presidente di Fpc e della delegazione di Assoimmobiliare per lo sviluppo e la valorizzazione. «Ma quella di oggi è anche un’occasione per raccontare ciò che sta avvenendo nei Comuni, ovvero una sensibilità diversa rispetto al tema del patrimonio pubblico che sta portando oggi a tante iniziative di valorizzazione negli ottomila Comuni italiani». Per questo motivo «ci interessa dare risalto al fatto che il patrimonio, che per Anci è al centro delle politiche di sviluppo non da oggi ma da tempo, effettivamente sta generando occasioni di crescita» ha aggiunto Cattaneo.

Appello ai privati Da qui l’appello ai privati del presidente della Fondazione Patrimonio Comune: «Avvicinatevi al bando con grande fiducia ed atteggiamento propositivo verso chi, come l’amministrazione di San Gimignano, ha dimostrato lungimiranza ed idee per innovare. Solo con un lavoro di squadra, pubblico-privato, maturo e trasparente, riusciremo ad ottenere risultati a beneficio delle nostre comunità».