«Deve essere scritto il provvedimento. Oggi c’è stata solo la camera di consiglio. Il decreto di fallimento non è attuativo. Una condizione che ci sarà solo quando sarà depositato e pubblicato». Con la cancelleria del Tribunale di Siena chiusa d’ufficio, la deposizione di fallimento della Mens Sana Basket ancora, formalmente, non c’è. Sono le uniche, sporadiche e lapidarie informazioni che i giornalisti sono riusciti a strappare al Giudice Mariangela Serrao, presidente del collegio giudicante del tribunale di Siena sul fallimento della società cestistica senese, avanzata dalla Procura della Repubblica nell’ambito di un’indagine per bancarotta fraudolenta dopo la mancata approvazione del bilancio consuntivo 2013 da parte dell’assemblea dei soci del 21 febbraio scorso che aveva portato alla messa in liquidazione della Mens Sana Basket. Bisognerà dunque aspettare la settimana prossima per conoscere il destino della società biancoverde. E poi, arriva un’altra notizia: e cioè un’istanza di fallimento è stata presentata nei giorni scorsi anche da un’agenzia di viaggi che si occupava delle trasferte della squadra e che vanterebbe un credito di circa 90mila euro.
Un lungo silenzio, una grande agonia «Sic transit gloria mundi». Ed è proprio così (leggi): la società più vincente del basket italiano del terzo millennio pro forma non è fallita anche se il suo destino sembra segnato verso un’ormai annunciata uscita di scena in un vuoto imbarazzante fatto di silenzi, di verità sottaciute, di speranze e sogni infranti, di trame, accordi, giri di denaro che – al di là di un imbarazzo generale per la pallacanestro italiana – rappresentano un ulteriore sfregio nelle rovine di una Siena ormai lontana da quell’opulenta ricchezza e da quei bilanci in ordine di cui si poteva pregiare solo 3/4 anni fa. Gli eventi che si sono susseguiti negli anni fanno sembrare questo breve lasso di tempo un’eternità.