«Il primo anno di dieta ha dato i suoi frutti: lo dimostra la bilancia». Piero Canova, direttore generale di Unicoop Tirreno, usa questa metafora per descrivere l’andamento 2017 della cooperativa: un anno turbolento contraddistinto da polemiche e paventati rischi di chiusure e licenziamenti. Un’immagine che il management, su tutti il presidente Marco Lami, rifiuta con forza, perché – dice – i numeri danno ragione al piano triennale.
«Abbiamo ridotto le perdite del 65%, le vendite sono in aumento dello 0,7%, oltre le nostre aspettative, e non un solo dipendente è stato licenziato: ci sono state 246 risoluzioni concordate dalle parti – dice Lami – Noi dobbiamo rispondere ai nostri soci, che sono la proprietà: e in questo senso i numeri ci stanno dando ragione. Non vogliamo fare del trionfalismo, perché gli ostacoli sul cammino sono ancora molti, ma non accettiamo neanche una visione catastrofistica di un’azienda allo sbando, che ora non giova a nessuno». L’ultimo accenno è ovviamente legato alle polemiche dei sindacati.
I numeri Ma guardiamoli questi numeri. I dati a settembre 2017 sono in netto miglioramento sia per quanto riguarda gli obiettivi prefissati nel Preventivo aziendale sia per quanto riguarda gli impegni convenuti con le Cooperative che hanno adottato gli strumenti finanziari partecipativi a fine 2016. Al settembre scorso le vendite totali superano del più 0,72 per cento quelle dello stesso periodo (gennaio – settembre) del 2016 mentre sono sostanzialmente in linea (più 0,13 per cento) rispetto al Preventivo 2017. Da evidenziare il dato positivo della rete toscana che incrementa fortemente le vendite. Le stime a finire per l’anno in corso prevedono un + 0,70 per cento di incremento annuale. Per quanto riguarda il risultato di bilancio 2017 saranno pienamente rispettati gli obiettivi del Piano Industriale 2017 – 2019 con perdite che si ridurranno ad un terzo di quelle conseguite nel 2016. Ricordiamo che l’obiettivo del Piano è tornare a conseguire utili di bilancio nel 2019.
Chiusure e ricollocamenti Altro capitolo è quello delle chiusure. Nel 2017 la Cooperativa ha chiuso 9 punti vendita di cui 4 in Toscana e 5 nel Lazio. Queste chiusure sono sempre avvenute al termine di un lungo processo di verifica della possibilità di mantenere aperti e rilanciare negozi che da anni presentavano gravi perdite. Tutti i dipendenti sono stati ricollocati in altre strutture di Unicoop Tirreno. A Terracina la Cooperativa sta trattando la cessione ad altro operatore; la trattativa è in fase avanzata con l’obiettivo, fra l’altro, di salvaguardare l’occupazione dei dipendenti. La scure delle chiusure potrebbe non essere finita qui, perché ci sono ancora dei negozi sotto osservazione per le forti perdite, ma «il paziente sembra rispondere alla cura», per dirla come Canova, spiegando che l’intenzione è quella di risollevare questi negozi, senza chiuderne o venderne nesusno.
Gli investimenti Nel contempo sono stati effettuati importanti interventi di ristrutturazione e rilancio di punti vendita sia in Toscana (Grosseto Via Inghilterra, Ribolla) che nel Lazio (Roma Casilino, Roma Eur, Colleferro, Acquapendente). Investimenti compiuti anche in innovazione: l’introduzione dell’illuminazione a led per il risparmio energetico e la tutela ambientale, la nuova concezione di ipermercato introdotta all’IperCoop Euroma 2, le etichette elettroniche sperimentate a Grosseto Via Inghilterra, l’app My Foody nel Lazio contro lo spreco alimentare.