Nel 2018 l’attività economica in Toscana è cresciuta debolmente, a un ritmo analogo a quello nazionale, sospinta principalmente dalle esportazioni. In un contesto di condizioni di finanziamento ancora mediamente favorevoli, anche la spesa per consumi e soprattutto quella per investimenti sono aumentate. Emerge dal Rapporto su l’economia della Toscana, reso noto oggi dalla divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia.
Segnali di peggioramento nella seconda metà dell’anno Nella seconda parte dell’anno sono emersi segnali di peggioramento, connessi col deterioramento del quadro macroeconomico nazionale e internazionale. L’incertezza sulle prospettive di crescita continua a condizionare negativamente le aspettative formulate dagli operatori per l’anno in corso. Il fatturato delle imprese è aumentato, per quelle con più di 20 addetti, dell’1,9% nell’industria e del 2,9 nei servizi. Le esportazioni, cresciute a prezzi correnti del 4,5% e trainate da farmaceutica, moda e nautica, hanno mostrato un’espansione più sostenuta della media del Paese, sebbene al di sotto di quella della domanda potenziale. Gli investimenti sono cresciuti (6,4% nell’industria e 4,9 nei servizi) anche grazie agli incentivi di Industria 4.0; questi ultimi hanno sostenuto l’adeguamento tecnologico della dotazione di capitale, per il quale permane tuttavia un ritardo rispetto alla media nazionale. Lo sviluppo dei flussi turistici, dall’estero e italiani, ha favorito la crescita dei relativi servizi. L’attività del comparto edile ha mostrato segnali di lieve ripresa, sebbene i livelli di attività siano ancora contenuti rispetto all’avvio della crisi. Il mercato immobiliare è stato interessato dalla vivacità delle contrattazioni, sia di abitazioni sia di immobili non residenziali, e il comparto delle opere pubbliche ha continuato a beneficiare dell’aumento del valore dei bandi messi a gara. La redditività delle imprese è nel complesso rimasta elevata; ne hanno beneficiato la capacità di autofinanziamento e la liquidità, con una conseguente debole domanda di credito.
Aspettative 2019 condizionate dall’incertezza A fronte di una maggiore resilienza durante la crisi, dal 2014 la ripresa dell’attività economica è stata più lenta in Toscana a causa principalmente di una peggiore dinamica della produttività del lavoro. Il processo di selezione è proseguito nella fase di ripresa; ne sono derivati una maggiore incidenza di imprese a elevate potenzialità di sviluppo e maggiormente patrimonializzate. «L’attivita’ economica in Toscana e’ cresciuta nel 2018 ma in misura abbastanza debole, ad un ritmo analogo all’economia nazionale – ha dichiarato Mario Venturi, direttore della sede di Firenze di Banca d’Italia-. Il contributo principale alla crescita e’ provenuto dalle esportazioni che sono cresciute soprattutto nel sistema della moda, del sistema farmaceutico e del settore nautico. Le altre componenti della domanda aggregata, in particolare gli investimenti, sono stati sospinti in particolare nella prima parte dell’anno dagli incentivi di Industria 4.0., e sono aumentati. Nel secondo semestre e’ pero’ avvenuto un rallentamento dovuto al quadro macroeconomico internazionale e nazionale che ha poi condizionato i risultati complessivi dell’anno, con una crescita abbastanza moderata. Anche per il 2019 le aspettative degli operatori sono fortemente condizionate da questa incertezza. L’occupazione e’ aumentata ma poi nel corso dell’anno, nel secondo semestre, ha ristagnato, e quindi l’aumento complessivo dell’occupazione e’ risultato inferiore a quello dell’anno precedente. Il tasso di disoccupazione e’ comunque diminuito».