È passata relativamente sotto silenzio “La fattoria in Fortezza”, che ha aperto le iniziative di “Siena for Kids”, progetto voluto dall’assessore al turismo Sonia Pallai. L’iniziativa ha portato in Fortezza adulti, bambini e stralci di vita della campagna: i puledri maremmani, gli asini viterbesi, un paio di cavalli di razze americane, cani da pastore con relativo gregge e rapaci.
Evento non a km zero Tutto bene, dunque? Vediamo. Si è trattato di un’ottima idea, dalla quale sono state escluse, però, con un paio di eccezioni, tutte le aziende agricole e le realtà che operano sul territorio, andando a pescare soggetti che operano fuori provincia e addirittura fuori regione. Che non si sia trattato di una manifestazione “a chilometro zero”, che coinvolgesse per la maggior parte le molte e varie eccellenze locali, lo dimostrano le varie provenienze delle aziende coinvolte, che spaziavano dall’aretino al grossetano al viterbese, fino a toccare Udine: solo una rinuncia dell’ultima ora ha fatto chiamare, in seconda battuta, un addestratore professionista locale di border collie.
Cosa è mancato E dire che l’anno scorso, dopo il successo della manifestazione “Transumando”, le aziende senesi avevano dato ampia e perfino entusiastica disponibilità a collaborare, esprimendo idee che sono state riprese – a riprova della propria validità – ma affidate ad “esterni” che hanno beneficiato, oltre che della visibilità, di un finanziamento della Regione. Una scelta sicuramente legittima, ma poco comprensibile, data la natura variegata delle realtà locali: nel raggio di una manciata di chilometri intorno a Siena abbiamo allevamenti di vacche chianine, di cinta senese, di capre che assicurano un’eccellente produzione di formaggi. Senza contare il centro genetico Assonapa, che seleziona due razze di pecore, e il Corpo Forestale di Siena, che alleva razze di asini amiatini e di cavalli di Monterufoli, salvandoli dall’estinzione. I finanziamenti, utilizzati per realtà locali, avrebbero potuto coinvolgere più soggetti, valorizzando il nostro territorio e portando un soffio di vitalità nell’attuale crisi che l’agricoltura sta attraversando, magari favorendo nei bambini e nei ragazzi la conoscenza di attività e mestieri antichi, dalla mungitura al modo di produrre il formaggio, fino alla mascalcia.
Realtà locali escluse eccellenti Una bella occasione, insomma, che ha escluso le realtà locali, facilmente reperibili attraverso le varie associazioni di categoria locali: CIA, Coldiretti, Unione agricoltori, Associazione Allevatori di Siena: senza contare un possibile coinvolgimento del Consorzio Agrario e – visto che il progetto si propone di parlare ai più giovani – dell’Istituto Tecnico Agrario “Bettino Ricasoli” di Siena, che è esso stesso produttore di vino e di prodotti agricoli. Si auspicano, per il futuro, scelte più mirate allo sviluppo e alla valorizzazione di realtà locali, che nulla hanno da invidiare ad altre – pur validissime – di provenienza esterna.