SIENA – Federigo Tozzi scrittore, poeta, giornalista, saggista, ma anche con forti interessi e legami artistici che hanno accompagnato il percorso del più importante scrittore senese e fra i più interessanti narratori italiani del primo Novecento.

Lo racconta ‘L’ombra della giovinezza. Federigo Tozzi e le arti figurative’, al Complesso Museale del Santa Maria della Scala dal 10 aprile al 20 luglio, capitolo per le celebrazioni di Tozzi, nato a Siena nel 1883 e morto a Roma nel 1920.

«Una mostra importante e necessaria che – ha detto il sindaco Luigi De Mossi alla presentazione nella Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico – rivela Tozzi nella sua completezza, valorizzando aspetti fino ad oggi trascurati: soprattutto la sensibilità e i rapporti fra lo scrittore e il mondo dell’arte. Il Santa Maria della Scala presenta un doppio itinerario tozziano: quello letterario e l’altro geografico attraverso i luoghi, prima Siena e poi Roma, a cui ha legato la sua esperienza. Il nome di Tozzi incrocia quello degli artisti con cui ha sviluppato rapporti e situazioni: sviluppano in una prospettiva diversa le sensazioni di inquietudine, malessere interno che hanno permeato l’ispirazione di Tozzi».

Questa attenzione di Tozzi, nata all’Istituto d’Arte di Siena, negli anni è stata alimentata dalle frequentazioni con lo scultore Patrizio Fracassi, gli incisori Ferruccio Pasqui e Gino Barbieri, con Lorenzo Viani che ritrova a Roma, dove si trasferisce nel 1914. Nella capitale, stringe rapporti con gli artisti Armando Spadini, Pasquarosa, Ferruccio Ferrazzi, Attilio Selva, Cipriano Efisio Oppo, Carlo Socrate, Deiva De Angelis, altri. La cultura figurativa di Tozzi dialoga con i ‘secessionisti’ e gli espressionisti fino a idealizzare negli ultimi anni, manipolando cultura e politica, il ‘ritorno all’ordine’.

«Un’inaugurazione attesa che, già rinviata per la pandemia – ha osservato Roberto Barzanti, presidente del Comitato Federigo Tozzi 100 –completa il programma delle celebrazioni. La mostra inedita sviluppa una prospettiva di Tozzi fino ad oggi trascurata. Il suo rapporto con le arti figurative non fu casuale. Dopo Siena, dove si confrontò con ambienti legati alla tradizione prevalente in città, Roma gli aprì nuovi orizzonti. La vivacità della capitale gli permise di interagire con artisti e movimenti espressioni dell’avanguardia e della protesta di quel periodo.                                                             Questa mostra rappresenta un progresso nel lavoro di ricerca, sempre in evoluzione, dedicato a  Tozzi».

Una mostra complessa, promossa da Comune di Siena e Santa Maria della Scala; curata da Riccardo Castellana, Michelina Simona Eremita e Luca Quattrocchi; resa possibile dalla rete di  collaborazioni, prestiti, partecipazioni. Un percorso, allestito dall’architetto Alessandro Bagnoli, di cento e più opere, articolato in sezioni. L’esposizione, con una selezione dei lavori degli artisti che Tozzi conosceva e apprezzava, anche commentati dalla sua critica, presenta un patrimonio documentario che, tra foto, manoscritti, lettere, libri e riviste, esalta in una nuova prospettiva ciò che ha caratterizzato, socialmente e culturalmente, la vita di Tozzi. Una dotazione di corrispondenze e pubblicazioni che dimostra le capacità, oltre quelle di scrittore, di critica e commento con una chiara visione della situazione artistica, prima di Siena e poi della capitale. Altri articoli sono monografici: testimoniano una sintonia, per tematiche e linguaggi, con gli artisti, ed anche la volontà di Tozzi di confrontarsi in questo vasto panorama.

«Il titolo – ha spiegato Castellana – riprende quello di una delle molte novelle che Tozzi dedica alla gioventù, come malattia e come paralisi della volontà. Anche l’immagine della mostra, manifesto e inviti, proiettano nel vasto mondo tozziano: il volto femminile rimanda al ritratto di Adele, opera del 1917 di Ferruccio Ferrazzi, a cui Tozzi era vicino. Una coincidenza che va oltre lo sguardo e le tonalità fauve del dipinto che ben si calano nel mondo dello scrittore. ‘Adele’ è un romanzo in frammenti di Federigo Tozzi, pubblicato postumo nel 1979: il suo primo tentativo di avvicinarsi alla misura romanzesca, abbandonato per dedicare più attenzione al più avvincente intreccio di ‘Con gli occhi chiusi’, il romanzo pubblicato nel 1919.

L’esperienza della vita interferisce sempre, in modo più o meno diretto, con l’attività creativa di uno scrittore. Per Tozzi, teso a versare nella scrittura gli eventi interni ed esterni del proprio io, a creare degli alter ego che acquistavano autonomia letteraria e diventavano l’immagine riflessa da uno specchio sempre più nitido e distanziato del suo mondo personale, tale rapporto fu ossessivo, tanto da permeare ciò che produsse il suo mondo di relazioni.

Un capitolo inedito della mostra lega Tozzi a una pratica editoriale oggi trascurata: quella dell’illustrazione libraria e periodica. Dopo che nell’Ottocento, grandi scrittori come Manzoni e Verga. avevano pubblicato le loro opere arricchite con immagini realizzate da artisti affermati, nel secolo successivo questa prassi coinvolge l’editoria periodica. E diventa una scelta anche per Tozzi che, nel 1913, dopo aver partecipato alla rivista ‘L’Eroica’, pubblica il poema ‘La città della Vergine’ con le incisioni di Barbieri e di Pasqui. Negli anni romani, saranno Tommaso Cascella, Cipriano Efisio Oppo, Attilio Selva e Bepi Fabiano e altri a illustrare le prose brevi e le novelle che lo scrittore pubblicava sulle più importanti riviste dell’epoca, accrescendo il patrimonio della letteratura che Tozzi ci ha consegnato.

Sabato 9 aprile alle 10, anteprima con i prestatori d’opere alla presenza del sindaco di Siena Luigi De Mossi. Dalle 16 opening su invito. Domenica 10 aprile apertura mostra apertura  (ticket@comune.siena.it  infoscala@comune.siena.it  www.santamariadellascala.com ).

 

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