Un mese di bando pubblico nell’estate appena trascorsa, 650 iscrizioni alle prove di ammissione, giovani di ogni regione, dai 18 ai 28 anni, accorsi a Firenze per le audizioni. Un altro mese di esami, appassionanti e severi: sono 13 i ragazzi che, sin da novembre e fino al prossimo giugno, lavoreranno lungo un triennio con insegnanti riconosciuti nelle principali scuole internazionali. Questo il cammino iniziale de ‘L’Oltrarno’, la nuova realtà di alta formazione per attori, completamente gratuita, che sorge nel cuore di Firenze, nata per la forte determinazione del Teatro della Toscana che ha inserito questo progetto nel novero della sua offerta didattica e come parte dell’attività di Teatro Nazionale. Sede della Scuola la rinnovata Galleria Pio Fedi, in via dei Serragli a Firenze. Maestro d’eccezione, anzi ‘preside’, come si è autodefinito oggi in conferenza stampa, l’attore Pierfrancesco Favino.
La paternità «L’idea di questa scuola è nata da Marco Giorgetti, direttore generale della Fondazione Teatro della Toscana – ha raccontato il protagonista di film quali ‘Romanzo Criminale’ e ‘Come tu mi vuoi’–. Quando sono passato da Firenze con lo spettacolo ‘Servo per due’, proprio Marco Giorgetti mi ha chiesto se ero interessato alla formazione ed all’inizio ho un po’ nicchiato. Dopo però mi ci sono messo e l’ho fatto con anima e corpo, per cui la paternità dell’idea non è mia. Nel percorso però ho avuto la fortuna di incontrare anche dei privati che hanno, insieme alla forza pubblica del teatro, contribuito a fare in modo che questa cosa qui avvenisse. Il tutto è partito il 9 novembre scorso, c’è un pool di insegnanti internazionali che sono riuscito a ‘strappare’ a scuole molto famose nel mondo».
Progetto internazionale Una struttura dinamica ed innovativa, radicata al teatro e a Firenze, per un progetto internazionale di formazione professionale: L’Oltrarno è una bottega/apprendistato di qualità, non solo delle materie tipiche della pratica attoriale, ma anche degli altri saperi quali la storia dell’arte e le scienze. Il direttore artistico Pierfrancesco Favino si è posto come idea quella di far andare otre, innovare e guardare al futuro al mondo dell’attore, creando una scuola che se da una parte serve a dare le basi del mestiere, dall’altra crea un rapporto biunivoco fra insegnanti e partecipanti, visto che vi è ad esempio uno scambio nelle conoscenze, con i primi che ne approfitteranno per imparare la lingua italiana dai secondi.
Un’idea di futuro Proprio i nomi degli insegnanti sono di primissima fila: Wendy Allnutt (movimento), Peter Clough (recitazione), Merry Conway (movimento e clownerie), Bruno Fornasari (recitazione), Gabriele Foschi (canto), Susan Main (voce), Leah Muller (movimento), Stefano Zenni (storia della musica). Il nome della scuola, l’Oltrarno, vuole disegnare secondo Favino ed i realizzatori di questo progetto, il sindaco di Firenze Dario Nardella, ed il direttore generale della Fondazione Teatro della Toscana, Marco Giorgetti, un’idea di futuro, ovvero la vicinanza fra la Scuola e una parte centrale di Firenze. «Considero questa giornata storica perchè rinasce quel grande polo culturale di eccellenza che l’Oltrarno ha vissuto qui con i grandi uomini come Kantor, come Gassman – ha sottolineato proprio Nardella –. Vorrei ricordare che qui è nato il cantiere Goldonetta con Virgilio Sieni, un centro di ricerca nella danza piu’ importanti al mondo. La scuola di eccellenza che nasce oggi con Pierfrancesco Favino, uno dei piu’ grandi attori italiani, prosegue la storia di questa parte di Firenze».
Pronti alle richieste del mercato Proprio Favino ha poi parlato della specificità della scuola di cui è direttore artistico. «Credo che sia compito degli insegnanti dare segnali giusti ai giovani, di formazione e di comportamento. Nel mio campo ma forse più in generale, c’è un po’ di ritardo sulla formazione in generale e quindi quando io sostengo che bisogna mettere nelle condizioni gli italiani di avere lo stesso tipo di formazione che si ha nel resto del mondo, è perchè proprio al di fuori del nostro paese, da 30-40 anni, esiste un’altra pedagogia del nostro mestiere. Dobbiamo metterci al passo coi tempi attraverso il lavoro, ed è il motivo per cui buona parte dei nostri insegnanti vengono da scuole non italiane e la mia finalità poi è che alla fine si possano formare gli stessi insegnanti, per creare una sorta di prodotto Made in Italy. Io sono nato professionalmente parlando qui, esporto il tutto all’estero ma ho imparato qui. Il problema o la finalità, è quella di aprire la mente a quelle che sono presenti, ma anche in divenire. Il mondo sta cambiando, il nostro mestiere sta facendo lo stesso e quindi i ragazzi di oggi devono essere pronti per un mercato che da qui a 10 anni sarà ulteriormente diverso. C’è un modo di insegnare questo che è quello che noi proponiamo qua».