Loggia dei Lanzi illuminata di arancione stasera a partire dalle ore 19: è così che il Comune di Firenze aderisce alla Giornata mondiale sulla sindrome di Down. In occasione della tredicesima edizione della Giornata mondiale sulla sindrome di Down, CoorDown Onlus lancia la campagna di comunicazione internazionale dedicata al tema dell’inclusione dal titolo ‘Lea va a scuola’. L’obiettivo è sostenere la piena inclusione nella vita, partendo dalla scuola, e favorire un profondo cambiamento culturale nei confronti delle persone con disabilità.
L’assessore Funaro: «Sensibilizzare i cittadini» «Anche quest’anno siamo vicini all’associazione Trisomia 21 e aderiamo alla Giornata mondiale sulla sindrome di Down – ha detto l’assessore al welfare Sara Funaro -. Illuminando di arancione la Loggia dei Lanzi vogliamo attirare l’attenzione dei cittadini e sensibilizzarli sulla realtà delle persone con Trisomia 21 e sull’importanza per loro dei percorsi di autonomia e inclusione sociale. È solo attraverso la parità e l’autonomia nella vita quotidiana, nel lavoro, nello sport, nelle attività ricreative, che si riescono a sconfiggere i pregiudizi, che purtroppo sono ancora forti – ha continuato l’assessore -. Su questo fronte é molto importante il lavoro che quotidianamente svolge la onlus Trisomia 21, che grazie alla meravigliosa collaborazione tra genitori, professionisti e volontari favorisce lo sviluppo delle persone con sindrome di Down e la loro reale integrazione sociale».
Falugiani (Trisomia 21 Firenze): «Avanti con fiducia» «Vorrei guardare avanti con fiducia e confidare in un futuro di reale inclusione sociale – ha detto la presidente dell’associazione Trisomia 21 Firenze Antonella Falugiani -, che può generarsi solo attraverso la conoscenza, perché senza questa l’individuo è più vulnerabile. È quindi dalla scuola che dobbiamo partire, è lì che si gettano le basi per una vita civile. Se il 21 marzo di ogni anno il mondo celebra la Giornata sulla sindrome di Down, se sentiamo la necessità di sensibilizzare e muovere coscienze per difendere dei diritti – ha continuato -, è perché il lavoro da fare è ancora tanto. Occorre un radicale cambiamento di prospettiva: un sistema scolastico capace di coinvolgere tutti, anche gli alunni con disabilità, genera circoli virtuosi e diventa uno strumento fondamentale per abbattere barriere e luoghi comuni, ma soprattutto aiuta i nostri ragazzi a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e degli altri, passaggio cruciale nel percorso verso l’autonomia. La scuola è il luogo da cui dobbiamo ripartire per costruire una società realmente inclusiva».