L’analisi effettuata da Federalberghi su AirBnB nel mese di agosto 2018 nel territorio della Toscana è molto chiara: gli alloggi disponibili sul portale erano 59.320, in crescita del 89,65% rispetto ad agosto 2016. Di questi, 48.736 (pari al 82,16% del totale) sono riferiti a interi appartamenti, 37.790 (pari al 63,71% del totale) disponibili per più di sei mesi e 40.554 (pari al 68,36% del totale) gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio contemporaneamente.
L’allarme “In due anni gli annunci di appartamenti su AirBnB sono praticamente raddoppiati, ed è aumentata la loro concentrazione nelle grandi città d’arte, Firenze in testa: di fatto sono stati trasformati in vere e proprie imprese ricettive – dichiara Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Toscana – Questo fenomeno sta progressivamente distruggendo l’identità e lo stile di vita delle nostre comunità residenti nei centri storici. Lo stile di vita toscano, che tanto ha contribuito al successo turistico della Toscana nel mondo, è un patrimonio che va salvaguardato alla pari di un meraviglioso paesaggio o di un prezioso monumento. Non è conservatorismo la difesa dello stile di vita, ma protezione di un capitale che dovrebbe essere considerato indisponibile poiché la sua natura è di carattere immateriale e intergenerazionale. Chi specula sulla locazione turistica sta vendendo a buon mercato quello che generazioni hanno impiegato secoli a costruire.”
Lo studio L’analisi è stata realizzata da Federalberghi e Incipit srl, con la collaborazione di Inside Airbnb, e mette in evidenza le grandi bugie della “sharing economy”: non siamo infatti di fronte a forme integrative del reddito, bensì di attività economiche a tutti gli effetti, che dovrebbero quindi operare nello stesso mercato e alle stesse regole di chi opera nel settore turistico. Non si tratta neppure di attività occasionali, perché si riferiscono principalmente ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno, e in cui non si condivide l’esperienza con l’host, perché vengono messi in affitto interi immobili. Infine, è evidente che non sia neppure un modo per compensare la mancanza di offerta, in quanto gli alloggi presenti sul portale sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali. “Questi dati dimostrano ancora una volta la necessità di un intervento legislativo urgente per contrastare con decisione il dilagare dell’abusivismo e della concorrenza sleale. – spiega Pierluigi Masini, direttore di Federalberghi Toscana – Chiediamo regole chiare che consentano di governare il far west delle locazioni brevi”.