«La dimensione demografica non è un difetto, lo spopolamento lo è. Ma lo spopolamento non è una sorte ineluttabile. Con l’approvazione di questa legge finalmente si sancisce la specificità dei piccoli Comuni, si fissa il principio basilare che questi centri hanno bisogno di politiche differenziate e di sostegno specifico rispetto alle loro peculiarità. E si mette un passo fondamentale per invertire la tendenza». Così il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che, con un gruppo di sindaci di piccoli Comuni, ha assistito ai lavori del Senato che hanno portato all’approvazione del ddl il cui primo firmatario è Ermete Realacci.

I piccoli Comuni, definizione che ricomprende tutti quelli al di sotto dei cinquemila abitanti, sono 5.591 e rappresentano il 69,9% dei Comuni italiani. Occupano il 54% del territorio nazionale, e sono il luogo in cui vivono 11 milioni di persone. Dal 1971 al 2015 in quasi 2.000 piccoli Comuni la popolazione è diminuita di più del 20%. Ci sono problemi gravi in tremila comuni. Ora una legge attesa da 16 anni ne riconosce il valore e stanzia 155 milioni.

Secondo l’Anci l’obiettivo è proprio cercare di invertire la tendenza allo spopolamento. Tra il 2008 e il 2015, infatti, 581 piccoli Comuni hanno fatto registrare un trend demografico positivo del 9 per cento circa, facendo registrare una crescita del reddito imponibile medio. Per consolidare questa controtendenza, sostiene Decaro, occorre «un finanziamento stabile, un bando destinato alle aree interne, sul modello del bando periferie, in sintesi serve uno strumento di sviluppo affidato ai Comuni».

Le risorse individuate dalla legge saranno ripartite tra i Comuni e i territori con particolari criticità: Comuni in aree con dissesto idrogeologico, con decremento della popolazione residente, con disagio insediativo, con inadeguatezza dei servizi sociali essenziali.

I primi cento milioni sono destinati al finanziamento di investimenti per tutela dell’ambiente e beni culturali, mitigazione rischio idrogeologico, salvaguardia e riqualificazione urbana dei centri storici, messa in sicurezza di infrastrutture stradali e istituti scolastici, promozione e sviluppo economico e sociale, insediamento di nuove attività produttive.

A queste risorse si aggiungono altri 54 milioni per la progettazione e la realizzazione del sistema nazionale di ciclovie turistiche: ci sono i  percorsi Verona-Firenze (Ciclovia del Sole), Venezia-Torino (Ciclovia  Vento), da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE) attraverso la  Campania, di Basilicata e Puglia  (Ciclovia  dell’acquedotto  pugliese), e per interventi per la sicurezza della circolazione ciclistica cittadina.

Entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge i piccoli Comuni potranno presentare progetti e accedere a bandi pubblici istituiti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per il loro finanziamento.  I piccoli Comuni avranno inoltre la precedenza nell’accesso ai finanziamenti pubblici per la banda larga.