«Non è certo colpa dei lavoratori se i Comuni per risparmiare chiedono sempre più tagli ai servizi». Così in un comunicato le Rsu Cgil di Sei Toscana, il gestore unico dei rifiuti per le province di Siena, Arezzo e Grosseto. «Da tempo stiamo assistendo, sempre più, ad un attacco continuo da parte di amministrazioni comunali nei confronti del personale di Sei Toscana – si legge nella nota – Ricordiamo che gli stessi Enti pubblici sono parte del problema. Gli amministratori si trovano in una situazione di pieno conflitto di interesse, siedono infatti su tre poltrone differenti: si trovano prima dalla parte di ATO a stabilire criteri e metodologie di lavoro che si rivelano in seguito deficitarie e lacunose, poi a rappresentare i cittadini chiedendo una riduzione e una drastica rivisitazione dei servizi, in ultimo sono soci della stessa azienda e vorrebbero trarne utili».
Ottimizzazione dei servizi e mezzi inefficienti I sindacati pongono poi l’accento sulle conseguenze derivanti dall’«ottimizzazione dei servizi»: Ci sono strade e vie – prosegue la nota – dove lo svuotamento dei cassonetti veniva fatto 6 volte a settimana e dopo l’‘ottimizzazione’ dei servizi si è passati a 4 soltanto, strade che venivano regolarmente spazzate tutti i giorni e adesso vengono spazzate 3 giorni a settimana. È bene che si sappia che i lavoratori, molto spesso, hanno a disposizione mezzi non efficienti, e non è nemmeno produttivo cambiarli 3 volte in una mattinata perché si guastano! Vogliamo parlare di come i lavoratori, secondo criteri stabiliti da ATO, debbano spazzare a mano tutti i giorni 16 chilometri di strade e di quanto questo sia materialmente possibile? Ricordiamo che i costi di un’azienda non vengono sempre da inadempienze dei lavoratori! Per esempio, ci si è mai chiesti come mai un’azienda come la nostra ha bisogno di consulenze sul lavoro per più di un milione di euro? Come mai Sei Toscana paga in affitti di locazione migliaia di euro quando oggi giorno ci sono senz’altro possibilità di sedi più economiche? Come mai questa società, quando è nata, 4 anni fa, aveva il 59% di quote pubbliche e adesso soltanto il 49%? Come mai gli impianti che erano la parte redditizia delle aziende che sono confluite in Sei Toscana sono stati scorporati prima della gara e adesso i cittadini si trovano nella situazione paradossale di avere un peggioramento dei servizi e allo stesso tempo un aumento delle tariffe perché devono pagarle due volte (prima a Sei Toscana e poi la stessa agli impianti che sono stati scorporati)? Come mai i corrispettivi pattuiti non vengono riconosciuti dai Comuni? Come mai le amministrazioni hanno fatto dei patti parasociali consegnando di fatto al socio privato una parte della gestione di Sei Toscana?»
Il caso dei lavoratori interinali «Le ultime parole le vogliamo spendere per tutti i lavoratori in somministrazione: lo sapete – aggiungono i sindacati – che a Sei Toscana lavorano più di 300 lavoratori interinali, molti di questi da anni, e che il contratto nazionale prevede che un’azienda non utilizzi più dell’8% della forza lavoro interinale rispetto a quella effettiva? Vogliamo fare qualcosa anche per queste persone e le loro famiglie, passando alla stabilizzazione? Oppure vogliamo lasciarli precari a vita? A tutti questi interrogativi naturalmente non avremo risposte – concludono i sindacati nella nota -, volevamo però ribadire che le nozze coi fichi secchi non si fanno! Voi non potete essere gli sposi e noi non siamo i fichi secchi».