«Ricordiamo al sindaco che nel 2010 abbiamo fatto un’identica iniziativa, sempre il primo giorno di scuola, a cui portò il suo sostegno l’allora assessore del Comune Rosa Maria Di Giorgi, oggi senatrice del Pd, perché condivideva le nostre posizioni sulla riforma Gelmini». Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams e Cobas Scuola di Firenze, che hanno indetto l’assemblea sindacale del 15 settembre, primo giorno di scuola, replicano al sindaco di Firenze Dario Nardella, che aveva accusato i sindacati di penalizzare gli studenti indicendo lo sciopero nel primo giorno di scuola, per protestare contro la riforma voluta sul tema dal Governo guidato da Matteo Renzi.
«E’ la legge di stabilità che chiude le scuole dal primo giorno» «Di Giorgi quel giorno ci disse: “La vostra lotta è la nostra lotta” – ricordano i sindacati – . E in quel giorno, da Palazzo Vecchio nessuno si è sognato di contestare lo strumento legittimo dell’assemblea sindacale come avvio del primo giorno di scuola. Sul metodo dell’iniziativa, in quanto regolato dalle norme cui ci atteniamo sempre, in ossequio al principio di legalità, non accettiamo lezioni». Nel merito, aggiungono gli organizzatori, «vorremmo far notare che non sono i sindacati a chiudere le scuole ma la Legge di stabilità 2015, che non consente di sostituire i collaboratori scolastici per i primi sette giorni neanche nei plessi in cui vi è la presenza di una sola unità, con conseguenti problemi per la sicurezza e addirittura il funzionamento delle scuole stesse. Sin dal primo giorno di scuola».
Sindacati aperti al confronto: «Il sindaco partecipi all’assemblea del 15» «In ogni caso sul merito siamo pronti al confronto col sindaco – concludono i sindacati -. La manifestazione del 15 settembre è un’assemblea sindacale volta ad informare tutto il personale sulle problematiche connesse alla legge cosiddetta Buona Scuola e non una mera azione di protesta. Rinnoviamo ancora una volta al sindaco l’invito a partecipare all’assemblea del 15, durante la quale non si discuterà solo di aumenti salariali, sebbene il nostro CCNL sia scaduto dal 2009 e del cui blocco la Corte Costituzionale ha già sentenziato l’illegittimità, ma anche delle ricadute delle leggi varate dal Governo Renzi sulla scuola. Lo faremo per arginarne i danni, soprattutto a beneficio dei nostri studenti».