Un grande sciopero cittadino per le vie di Livorno per protestare contro la difficile situazione economica che sta vivendo la città. E’ quello che si è svolto questa mattina nella città labronica e che ha visto la partecipazione di ottomila persone tra operai, lavoratori, disoccupati, studenti, pensionati. Presenti al corteo per testimoniare la vicinanza anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e l’assessore regionale alle attività produttive Gianfranco Simoncini. Ma durante il suo intervento il governatore è stato contestato dai lavoratori con fischi e sirene da stadio e urla. Rossi ha comunque assicurato che «chiederà al Governo un piano speciale salva-Livorno». Dopo il governatore è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Toscana Alessio Gramolati che sull’episodio della contestazione ha detto ai lavoratori che «non sono in questa piazza i vostri nemici». Poi, Gramolati si è rivolto al premier Matteo Renzi invitandolo a parlare con i lavoratori. «Qui non ci sono privilegi – ha detto – vogliono dividerci e noi diciamo no ai professionisti delle divisioni. Non vogliamo chiuderci solo nella protesta ma pensiamo a prospettive per il futuro di questa città».
Rossi: «Andrò sempre in piazza» Nel pomeriggio è lo stesso presidente Enrico Rossi che dal suo profilo Facebook torna sul tema delle contestazioni. «Finché sarò presidente andrò in piazza – scrive in un post -, davanti alle fabbriche in difficoltà, nelle zone colpite dalla crisi, dalle alluvioni ad incontrare i cittadini. Chi rappresenta le istituzioni ha il dovere di stare accanto ai lavoratori e alle persone in difficoltà. La fame di lavoro e le urla che oggi la piazza di Livorno ha espresso non possono restare inascoltate. Mi auguro che la manifestazione di oggi, contestazione compresa, serva a portare la vertenza Livorno all’attenzione nazionale e spinga Parlamento e governo ad intervenire finanziando il progetto Livorno e risolvendo le vertenze aperte. Chiedo al governo un incontro urgente per definire e sottoscrivere precisi impegni per questa città che in poco tempo ha perso 20mila posti di lavori. La contestazione era prevedibile, ma io ho voluto esserci ugualmente. Ho fatto fino in fondo il mio dovere, portando a termine il mio intervento. Chi era venuto non per contestare ma per manifestare – ed era la stragrande maggioranza – aveva il diritto di ascoltare le proposte della Regione».
Il raduno Dopo il raduno nella prima mattina in piazza della Repubblica, i lavoratori e rappresentanti di Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Legacoop, Cia e Confagricoltura hanno sfilato in corteo passando per via Grande, piazza del Pamiglione, via S. Giovanni, piazza del Municipio, fino in piazza del Luogo Pio dove si sono svolti gli interventi dei rappresentanti sindacali.
Saracinesche abbassate e insegne spente Per l’occasione e in segno di solidarietà numerose le saracinesche abbassate e le insegne spente delle attività commerciali che affacciano sulle vie lungo le quali ha sfilato il corteo. L’obiettivo dello sciopero era creare le condizioni per sviluppare un “Progetto Livorno” fondato sulla compattezza sociale ed istituzionale.