Sono 5 i delfini morti nel “santuario dei cetacei” il litorale che da Livorno arriva sino alle spiagge di Orbetello. La moria di stenella, famiglia a cui appartengono i giovani cetacei, sembra non essere dovuta al virus del morbillo, anche se le analisi sono ancora in corso nei laboratori dell’Università di Siena. Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace è intervenuta dopo il ritrovamento delle carcasse. “Purtroppo – ha dichiarato la Monti – è l’ennesima moria di cetacei lungo il litorale toscano e non ci sorprende. Sono Italia, Francia e Monaco i veri responsabili dello svuotamento del Santuario dei Cetacei. Non è stato fatto niente di concreto per tutelare delfini e balene e l’inquinamento del Santuario non è diminuito” .


L’opinione – Contrariamente a quanto riferito alla stampa – si legge in una nota di Greenpeace – l’inquinamento dell’alto Tirreno e del mar Ligure è notevole. In una relazione tecnica elaborata dall’Ispra si afferma che “la presenza di sostanze tra cui Ddt, Ipa, Pcb è massiccia negli esemplari di stenelle free-ranging dell’area del santuario, rispetto  ad altre zone del Mediterraneo”. La Monti si chiede se “la morte dei cetacei, sia solo una coincidenza con gli esemplari spiaggiati a Livorno”. L’Italia, ha appena avviato proprio nel Santuario dei cetacei, Livorno e Pisa, la costruzione della prima area marina industriale. Già nel 1992 si indicava una tendenza alla riduzione della popolazione di stenella colpita dalla moria, con una contrazione delle dimensioni medie dei gruppi di questi piccoli cetacei. Il censimento 2008 indicava una media di esemplari per gruppo di stenella di 7,51. “La moria di massa – come si legge nel rapporto del censimento – è stata posta in relazione a un forte stato di immunodepressione degli esemplari, causato forse dalla presenza di inquinanti di origine antropica”. Secondo i dati “le problematiche di contaminazione del Mediterraneo sono molte e non legate solamente alla presenza e agli effetti di composti xenobiotici, di vecchia e di nuova generazione”.


Livorno