nardella«Dobbiamo tutti tornare a dire con orgoglio ‘Io parlo italiano’, dobbiamo tutti studiare l’inglese ma in ogni occasione soprattutto occorre parlare italiano». A dirlo il sindaco di Firenze Dario Nardella intervenuto oggi al convegno “Riparliamone: la lingua ha valore” promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, su impulso del Sottosegretario agli Esteri Mario Giro, in collaborazione con il Comune di Firenze. «Non possiamo pensare che l’italiano resti solo sui libri – ha proseguito il primo cittadino -: in economia, moda, artigianato, enogastronomia, l’italiano è anche uno straordinario mezzo di promozione economica. Parlare l’italiano significa mostrare quanto è grande, creativa e importante nella storia dell’umanità la nostra cultura». E Firenze, ha poi aggiunto Nardella, «è la più grande ambasciatrice dell’italiano nel mondo. Nella nostra città abbiamo la più grande densità delle scuole di italiano che esista sul globo. Firenze è davvero la migliore realtà per promuovere l’italiano». Al convegno, svoltosi in concomitanza con la XV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, hanno partecipato importanti esponenti del mondo economico ed aziendale rappresenta una occasione inedita per presentare i primi risultati del processo già avviato con gli Stati Generali della Lingua Italiana, dello scorso ottobre. A Firenze sono stati in particolare illustrati il progetto del “Portale della Lingua Italiana nel mondo”; l’inserimento nelle Università estere dei laureati in didattica dell’italiano per stranieri; l’albo degli italofoni; lo sviluppo della certificazione di competenza linguistica; il gruppo di lavoro consultivo per la promozione della cultura e della lingua italiana all’estero; l’aggiornamento e la formazione dei docenti e dei lettori.

pubblicoToccafondi: «Italiano usato per sedurre i consumatori» «Tema prioritario dell’incontro è stata l’azione di promozione dell’Italiano e il coinvolgimento del mondo delle imprese -ha spiegato il sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi – Una realtà, emersa con forza negli ultimi anni, che evidenzia uno stretto rapporto tra la diffusione della lingua italiana e i settori produttivi. Il valore della lingua, che dà il titolo all’iniziativa, richiama l’importanza assunta nel campo economico e commerciale e mediatico dalla forza evocativa della parola. Dalla moda alle automobili, dall’architettura e l’arte alla musica e al design. Il “parlare italiano” viene sempre più usato nelle strategie di comunicazione, a livello mondiale, per sottolineare il legame con l’Italia e garantire a marchi e aziende quel valore aggiunto che risponde al nome di made in Italy. Sempre più spesso, aziende straniere ricorrono a messaggi pubblicitari che usano l’italiano per sedurre il consumatore e attirarlo verso prodotti che si richiamano all’estro e al tessuto produttivo italiani».

Giro: «C’è molta richiesta di italiano ma non sempre la domanda incontra la nostra offerta» «Facciamo molto per quanto riguarda l’insegnamento dell’italiano all’estero, sia nelle scuole nostre che in quelle parificate, ma bisogna fare ancora di più – ha sottolineato il sottosegretario agli Affari esteri Mario Giro: ci sono aree dove non ci siamo, come in Asia, a fronte di aree invece dove stiamo aumentando come l’Australia, o la Germania, dove siamo i primi. C’è molta richiesta di italiano ma non sempre la domanda incontra la nostra offerta. Fare scuole di italiano all’estero è un affare: sto dicendo in senso economico, una cosa che rende, perché la richiesta di italiano all’estero è grande e cresce».

Barni: «Italiano baluardo di valori autentici» «Questo incontro odierno ha tre caratteristiche importanti – ha affermato la vicepresidente e assessore alla cultura Monica Barni portando il saluto della Regione Toscana -. Si svolge non casualmente nella terra che ha fatto l’italiano, proprio nel senso di creazione della lingua; sottolinea l’ormai riconosciuto stretto legame tra cultura, ricerca e innovazione; rappresenta, per me linguista di formazione e pratica, il tema della vita: la conoscenza dell’italiano nel mondo. E non basta puntare alla presenza della nostra lingua sul mercato come portatrice viva di una consolidata tradizione culturale; di più, la nostra espressione linguistica rappresenta la conservazione e valorizzazione di valori identitari contrapposti ai valori di plastica imposti dalla globalizzazione. Se si riconoscono poi i legami tra lingua ed economia, come affermava Ungaretti, appare chiaro il percorso per creare il sistema collegato dalla nostra lingua attraverso le comunità italiane nel mondo, le nostre imprese, la nostra cultura; e affermare la dignità della nostra proposta di valori, capaci di contribuire e arricchire attraverso la nostra forte tradizione qualsiasi forma di sviluppo nel mondo» ha concluso la vicepresidente Barni.