FIRENZE – A Siena e Grosseto i rincari si sentono di più. La prima finisce sul podio in quanto spesa aggiuntiva annuale, terza (2.164 euro per una famiglia media), che per l’inflazione tendenziale (+ 9,6%), seconda.

L’altra è al quarto posto per l’inflazione tendenziale (+9,4%) e sesta per la spesa aggiuntiva (+2.119 euro). Per quanto riguarda la spesa aggiuntiva, a guidare la classifica è Milano (2.443 euro), poi Bolzano (2.259 euro). Al quarto posto Varese, con una stangata pari a 2136 euro per una famiglia media, e Trento (+8,1%, +2.120 euro).

Sull’altro fronte della classifica, la città più virtuosa d’Italia è Potenza, con l’inflazione più bassa del Paese (+5,8%) e dove in media si spendono “solo” 1.145 euro in più. Al secondo posto Catanzaro (+6,8%, +1.270 euro). Medaglia di bronzo Campobasso (+7,3%, +1.337 euro). Seguono, nella classifica Reggio Calabria (+7,3%, +1.363 euro), Cagliari (+7,4%, +1.390 euro), Sassari (+7,8%, +1.404 euro), poi al settimo posto Bari (+8,2%, +1.423 euro), Ancona (+7,2%, +1.431 euro), Caserta (+7,4%, +1.439 euro). Chiudono la top ten Caltanissetta e Trapani, ex aequo con +8,1%, pari a 1.545 euro.

In testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione annua a +8,2%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 2.131 euro su base annua. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi dell’8% implica un’impennata del costo della vita pari a 2.079 euro, terza la Liguria, che con l’inflazione più alta d’Italia, +9,7%, ha un rincaro annuo di 2001 euro.
La regione più risparmiosa è la Basilicata, +5,9%, pari a 1.142 euro, seguita dal Molise (+7,4%, +1.355 euro). Medaglia di Bronzo per la Puglia (+8,6%, +1.392 euro).