Pochi giorni fa è stato costituito a Chiusi, in provincia di Siena, il Centro studi Gianni Selleri per la documentazione, la ricerca e gli studi sul tema della “inclusione sociale”, ovvero quella condizione per cui tutti gli individui vivono in uno stato di equità e di pari opportunità indipendentemente dalla presenza di disabilità.
Poiché il presidente Pierluigi Ciacci è un mio caro amico ormai da trent’anni, mi ha voluto coinvolgere per capire come questo argomento possa trovare posto e significato anche nell’ambito turistico. Dove si è sempre più attenti al tema della“accessibilità” (non a caso, uno dei principali argomenti del nuovo Piano strategico del turismo 2017-2020 in via di elaborazione), ma con il rischio di interpretarlo in maniera riduttiva, ossia sotto forma di rampe di accesso, spazi di manovra, bagni per handicappati, informazioni disponibili anche per chi ha problemi di udito e di vista o siti internet navigabili anche per ipovedenti.
In verità anche in questo campo restano tante cose da fare, ed il Centro studi Gianni Selleri non rinuncerà ad occuparsene, sensibilizzando le amministrazioni comunali, le istituzioni culturali, i commercianti, gli organizzatori di eventi perché tutto sia accessibile a tutti, tanto più che a fronte di progetti ben fatti ci sarebbero anche risorse finanziarie disponibili.
Ma è sul tema della inclusione sociale – che non riguarda soltanto i disabili ma ognuno di noi – che il Centro vuole soprattutto impegnarsi ed è evidente che il turismo rappresenta un “mondo” fondamentale sul quale lavorare. Perché vuol dire eliminare ogni barriera – non solo di mobilità – su una gamma così vasta di esperienze culturali, artistiche, sportive, naturalistiche, gastronomiche, di benessere che hanno una importanza fondamentale per la formazione e la percezione di ognuno di noi.
Significa, soprattutto, porsi sempre una domanda nuova: come possiamo favorire la partecipazione attiva e completa di tutti gli individui a contesti di valore turistico capaci di includere le differenze, eliminando ogni forma di barriera e di discriminazione?
La risposta sta nel dare nuovo e più forte significato concreto ad un aspetto fondamentale per tutti noi che ci occupiamo di turismo: estendere e qualificare i servizi di accoglienza.