Da San Rossore (Pisa) un appello corale per la Palestina e per i suoi giovani. A lanciarlo i giovani riuniti a “Med Net” il primo meeting di San Rossore dedicato ai giovani del Mediterraneo a cui partecipano 120 membri dai 18 ai 35 anni di età di associazioni giovanili, organizzazioni non governative, amministratori pubblici di 11 Paesi europei, africani e mediorientali tra i quali Francia, Spagna, Portogallo, Marocco, Tunisia, Egitto, Libano, Grecia, Italia, Palestina e Israele.
«Pace e libertà per i giovani palestinesi» E’ stata Vera Baboun, sindaca di Betlemme, la più piccola città della Palestina, a chiedere per i suoi giovani connazionali pace e libertà «come quella di cui godono tutti gli altri popoli». Baboun si è detta convinta che «nonostante la loro vita sia condizionata dall’occupazione, la possibilità di cambiamento sta nella forza dei giovani». Dello stesso parere l’ambasciatore Giuseppe Cassini, vicepresidente dell’Unrwa, l’agenzia internazionale che dal 1949 si occupa della salvaguardia di 5 milioni di profughi palestinesi. «Grazie ai mezzi informatici di cui disponete – ha precisato Cassini – potete mettere insieme una rete di solidarietà capace di superare i muri di quella grande prigione a cielo aperto che si chiama Palestina». L’ambasciatore ha ricordato come siano un milione mezzo le persone che vivono oggi nei campi profughi, mezzo milione dei quali minorenni e come la disoccupazione colpisca la metà dei giovani in età lavorativa. Dei 2.152 morti palestinesi nella vera e propria guerra di questi mesi, 504 erano bambini. Cassini ha invitato i giovani presenti a fare in modo di far cambiare idea ad un giovane palestinese che gli ha detto «di non voler far nulla da grande, perchè non sono nessuno».