Sulla recente archiviazione del Tribunale di Siena sulla morte di David Rossi, dirigente della comunicazione di banca Mps precipitato da una finestra nel marzo del 2013 interviene l’associazione Libera di Siena.
«Non intendiamo tacere – si legge in una nota – la profonda insoddisfazione per la conclusione giudiziaria di una vicenda tanto grave che lascia aperti pesanti interrogativi senza dare all’opinione pubblica la sensazione di avere compiuto tempestivamente tutte le indagini opportune e necessarie. Un epilogo, questo, che, lungi dal provocare rassegnazione o rinuncia, dovrebbe spingere la civile comunità senese al riscatto della propria dignità ferita per reclamare integrità e per esigere sempre più rettitudine e trasparenza».
«Libera non ha mai nascosto lo sconcerto provocato dall’affermazione – formulata addirittura con toni di giustificazione “confessoria” – che il “Sistema Siena” aveva costruito la sua forza e la sua capacità di ricerca del consenso su un oscuro “groviglio armonioso” di poteri, di enti, di soggetti e di forze sociali e politiche; un intreccio, insomma, di opacità capace di annullare la distinzione tra maggioranza e opposizione e di azzerare il controllo sociale e la stessa dialettica democratica».
«La finalità essenziale che ha fatto nascere Libera, Associazioni nomi e numeri contro le mafie, non riguarda solo la lotta contro i fenomeni mafiosi conclamati, ma anche il contrasto ai poteri occulti e l’educazione alla legalità intesa non come formale e meccanica adesione ad ogni e qualsiasi regola anche minuta, ma ossequio ai principi costituzionali ed impegno costante per la loro applicazione, da affidare non solo alle istituzioni, ma soprattutto alla responsabilità e alla partecipazione di ogni cittadino.
Libera, perciò, ha riposto la massima fiducia che si procedesse alla sollecita adozione degli strumenti di applicazione dell’art. 112 della Costituzione, che impone l’obbligatorietà dell’azione penale per rispondere al grave turbamento dell’opinione pubblica con il sollecito approfondimento delle indagini e con la tenace ricerca della verità. I processi, invece, sono andati e vanno a rilento e si apprende ora la notizia dell’archiviazione del caso di David Rossi, capo della comunicazione MPS e depositario, per quanto si può presumere, di inquietanti segreti».