FIRENZE – Nei primi sei mesi dell’anno i distretti tecnologici e quelli tradizionali della Toscana continuano a crescere in termini di export, registrando un +21,8%, meglio della media nazionale che si ferma a un + 3,9%, per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro.

Lo rivela il Monitor dei Distretti della Toscana, elaborato da Intesa Sanpaolo, secondo cui c’è “una variabilità nei risultati determinata dalla differenziazione nelle specializzazioni”, ed “è molto probabile che una crescita diffusa sia rimandata al 2025”. La crescita è legata soprattutto al distretto dell’oreficeria di Arezzo (+135,8%, con l’export verso la Turchia cresciuto di 2 miliardi di euro) e al polo farmaceutico toscano (+45,2%), prime due realtà toscane per esportazioni nel 2024 con un peso di circa il 46%. Bene anche la filiera agro-alimentare (+27,3%), il comparto dei Mezzi di trasporto (+22,9%) e il Marmo di Carrara (+6,2%). Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo, loda “la capacità distintiva delle nostre Pmi di fornire produzioni di alta qualità e di essere incisive sui mercati esteri”. Al contrario registrano un calo i distretti della pelletteria e calzature di Firenze (-21,8%) e l’abbigliamento di Empoli (-4,1%) per effetto del peggioramento delle condizioni di domanda e del calo dei consumi che ha penalizzato l’intero sistema moda (tessile e abbigliamento di Prato -5%, concia e calzature di S.Croce -6,7%), con il tessile e abbigliamento di Arezzo in controtendenza (+3%).

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