letameGianni Cialdini rompe il silenzio. L’agricoltore che ha lanciato un secchio di sterco ad Enrico Rossi durante la Festa dell’Unità di San Miniato, scrive direttamente al presidente della Regione. Una lettera per rispondere direttamente a Rossi, il quale avrebbe dichiarato di «non poter fare un atto illecito solo per favorire qualcuno». Cialdini risponde entrando nel merito della norma sulla macellazione, a suo dire il nodo principale che ha portato al suo eclatante gesto. «Ciao Enrico – scrive -. Vedo che nelle tue interviste dichiari che io ti chieda delle cose illegittime. Ti faccio presente che una cosa illegittima non la chiederei neanche a mio fratello. Te lo immagini un pecoraio come me che chiede al Presidente della Regione Toscana di commettere un atto illecito per favorire me stesso? Ti sembra normale?».

La lettera di Cialdini Nella sua lettera, l’uomo fa un lungo elenco di quelli che sono stati i motivi scatenanti della sua rabbia. «1) Il cittadino islamico che viene da me a comprare l’agnello e quindi mi sostiene, questo ti sembra illecito? 2) Il cittadino islamico che chiede di farsi macellare l’agnello in condizioni igieniche accettabili, ti sembra illecito? 3) Il cittadino islamico che paga la visita veterinaria dopo la macellazione, ti sembra illecito? 4) Il cittadino islamico che paga lo smaltimento dei sottoprodotti della macellazione, ti sembra illecito? 5) Il cittadino islamico che paga il 12% di IVA sullo scontrino fiscale, questo ti sembra illecito? 6) Se si evita che i cittadini musulmani vadano a smerdare l’ambiente macellando clandestinamente, ti sembra illecito? Se gli allevatori e i cittadini musulmani chiedono alle istituzioni di macellare legittimamente rispettando i 6 punti sopra citati, è illegittimo? Non capisco quale metro di misura hai utilizzato, quando hai scritto la legge, nell’autorizzare al cittadino privato la macellazione di 20 capi annui e alle aziende produttrici 40 capi».

La vicenda di Cialdini La vicenda di Gianni Cialdini è diventata ormai nota. Dopo aver messo in piedi due anni fa una macelleria islamica, l’azienda si è dovuta scontrare con i limiti e le prescrizioni della legge regionale, ed in particolare sul numero consentito per la macellazione dei capi con rito halal fissato in 40 in un anno. Una vicenda che è stata al centro di polemiche aspre e di battaglie condotte dallo stesso Cialdini. «Mi dici che senso ha questo? – conclude la lettera – Come è possibile che la regione non comprenda che la deroga per un solo giorno l’anno in occasione delle festività islamiche è un atto necessario visto che le strutture esistenti non sono sufficienti per coprire tutte le richieste di macellazione. Non pensi che sia un bene per tutti: istituzioni, comunità islamiche e allevatori? Infine, se ti arrocchi sulla posizione di non voler far niente e costringi i cittadini a macellare illegalmente, sono io che ti chiedo un’illegalità o sei te che la commetti? Tutto ciò, Ti Sembra illegittimo?».