Il 22 novembre 2015 veniva varato il cosiddetto Decreto Salva-Banche. Una data indimenticabile da parte delle associazioni Vittime del Salva-Banche e Amici di Banca Etruria che, proprio a un anno esatto dal decreto, scrivono al premier Matteo Renzi chiedendogli un incontro formale. Un faccia a faccia «ancora più urgente in considerazione di quanto sta emergendo dalle indagini della Procura circa le responsabilità di decine di direttori di filiale di Banca Etruria indiziati di truffa aggravata per spaccio di obbligazioni vendute come “sicure”», si legge nella lettera inviata a Renzi.
L’incontro con Renzi Le associazioni hanno scritto al Presidente del Consiglio «per poterlo incontrare il 22 novembre a Roma, giorno in cui, ad un anno esatto dal decreto, le Vittime del Salva-Banche scenderanno in piazza, davanti alla sede nazionale di Banca d’Italia, per protestare contro le scelte irresponsabili e i danni irreparabili di Governo e Banca d’Italia e per le soluzioni parziali ed inique adottate dal Governo». «Le ricordiamo che solo 4000 obbligazionisti su 12500 verranno rimborsati parzialmente e ancora non ci è dato sapere se questi rimborsi saranno tassati a 26%», si legge ancora nella lettera che prosegue: «Ci aveva garantito l’impegno politico nell’istituire una commissione parlamentare di inchiesta ed apprendiamo dalla stampa che sul punto il Governo non si è espresso e la maggioranza ha dato voto contrario a 13 disegni di legge presentati, nella conferenza dei capigruppo del Senato». Il testo prosegue con gli altri punti che saranno al centro del faccia, «alcune delle tematiche che ci piacerebbe affrontare con Lei – concludono le associazioni rivolgendosi a Renzi – per capire e mettere un punto con una soluzione equa per tutti i risparmiatori e i cittadini italiani coinvolti in questa triste vicenda. Nella speranza di poterla incontrare e finalmente confrontarci liberamente».