«La città di Arezzo ha due problemi fondamentali derivanti dalla questione Banca Etruria. Prima di tutto gli obbligazionisti subordinati che, ad ora, verranno risarciti solo in parte, poi la perdita di valore della banca». Ha esordito con queste parole il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli nella conferenza stampa dedicata a Banca Etruria. «Nel processo di vendita di Banca Etruria che si concluderà nelle prossime settimane – ha continuato –, vedremo se Arezzo perderà quello che è il motore dell’economia cittadina. A questo proposito lo scorso dicembre scrissi al Presidente della Repubblica Mattarella. Chiedevo che fosse dato un correttivo alla legge così da recuperare le risorse necessarie per risarcire gli obbligazionisti, ma non ho avuto risposta. Da allora è stato varato solo il fondo di solidarietà, che non è una soluzione capace di risolvere questo problema. Così ho deciso di scrivere al Presidente Renzi».
La lettera e le richieste «Il governatore della Bce dinanzi al crollo dei titoli bancari e in particolare del Monte dei Paschi di Siena avrebbe dichiarato come la valutazione dei crediti in sofferenza fino al 17,5% effettuata per Banca Etruria non sia applicabile al resto del sistema bancario – si legge nella lettera che Ghinelli ha scritto al Premier -. Risulterebbe inoltre che il Ministro Padoan si stia muovendo per ottenere un accordo che consenta alle banche di assorbire i crediti deteriorati nel tempo e senza perdite di bilancio. È pertanto possibile che sia solo Banca Etruria, e i risparmiatori che ad essa si sono affidati, a dover pagare questo conto?» Dopo questa premessa, Ghinelli avanza quattro richieste. La prima è che sia rivista la valutazione provvisoria del tasso di insolvenza da cui origina l’azzeramento del valore delle obbligazioni subordinate, così da poter definire un range più compatibile alla dimensione patrimoniale di Banca Etruria, e all’intero sistema bancario; che sia assecondata l’acquisizione di Banca Etruria da parte di un istituto di credito di profilo elevato, declinabile con la natura di banca tradizionale e di territorio di cui ha bisogno l’economia aretina; che la nuova banca mantenga il livello occupazionale attuale e promuova la crescita professionale del personale; che l’acquirente della nuova banca si impegni affinché venga mantenuto il legame col territorio aretino.
Solo gli ex 5 Stelle firmano la lettera, astensione dal Pd Ghinelli ha inviato la lettera a tutti i parlamentari aretini con la speranza che la firmassero, però non ha raccolto le adesioni sperate. Si sono detti disponibili solo i due deputati ex-5 Stelle, ora gruppo misto, Marco Baldassarri ed Emanuele Segoni. Non pervenuti i due rappresentanti parlamentari del Pd Marco Donati e la senatrice Donella Mattesini. «Alla mia richiesta è stato spiegato da Donati che sia lui che la collega Mattesini preferivano non firmare – ha spiegato Ghinelli in merito al rifiuto -. La loro difficoltà deriva dal dover firmare una lettera insieme ai parlamentari 5 Stelle, gli stessi, a detta di Donati, che la scorsa domenica li hanno portati in piazza dove sono stati assaliti e accusati di essere dei ladri. L’ultima delle mie intenzioni era spaccare il fronte parlamentare aretino. Ora più che mai deve restare unito. Dobbiamo fare fronte comune».
Tiepida la reazione dei sindaci aretini «Dopo l’insuccesso coi parlamentari, Ghinelli ha provato a coinvolgere gli altri primi cittadini della provincia di Arezzo. Dei 37 sindaci invitati, solo 5 hanno firmato. «Molti di loro non hanno nemmeno risposto – ha dichiarato Ghinelli – Questa lettera è firmata solo dai sindaci di Bibbiena, Castiglion Fiorentino, Monterchi, Laterina e Subbiano. In molti hanno detto che avrebbero preferito non firmare e andare direttamente a parlare con il viceministro all’economia Morando il 16 febbraio, appuntamento che già abbiamo in agenda. Altri hanno detto che avrebbero portato avanti delle iniziative che già avevano avviato sulla questione Bpe. Comunque sia, il problema Banca Etruria riguarda tutti e quello degli obbligazionisti subordinati è solo un aspetto della vicenda. Forse il più eclatante, perché hanno perso tutto. Ma chi rischia di perdere tutto è il territorio aretino. L’economia che è affare di tutti i sindaci del territorio. Nessuno escluso. Per questo il mio invito a firmare è ancora valido, la lettera non è stata ancora inviata. Andiamo tutti insieme a Roma da Morando, ma con una lettera firmata da tutti». La proposta di Ghinelli sembra ragionevole, forse i deputati e i sindaci del territorio, condizionati dall’appartenenza politica, stanno perdendo l’occasione di mostrare una più che mai auspicabile fermezza del territorio nei giorni in cui si stanno decidendo i destini della vecchia Banca Etruria e con essi quelli di una parte consistente del territorio aretino.