ricchettiSi è aperta sulle note della canzone “Clap your hands” della cantante Imany la settima edizione della kermesse politica della ‘Leopolda’ a Firenze. Sul maxischermo alle spalle del palco centrale sono state proiettate immagini delle prime sei edizioni e successivamente a prendere per primo la parola è stato il deputato, Matteo Richetti. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, si è seduto inizialmente in prima fila all’interno della stazione ‘Leopolda’, con al suo fianco la moglie, Agnese. «Girandoci indietro, certo, pensare da come siamo partiti e vedere quello che comunque nel bene e nel male stiamo cercando di realizzare per questo Paese dimostra che per chi ha voglia di crederci tutto è possibile» aveva detto nel pomeriggio Renzi parlando della settima edizione della kermesse politica che si svolge dal 2009 alla ‘Leopolda’ .

vigntta-vauroLa replica sulla vignetta di Vauro «Benvenuti, ben trovati, ben tornati, ben arrivati – ha detto dal palco Richetti – La Leopolda ha sempre avuto i piedi per terra, fin dall’inizio, e ancor più sarà con questa edizione, viste le difficoltà dei terremotati. Le difficoltà del terremoto le vive tutto il Paese non solo le zone interessate dal sisma. La Leopolda non ignora quello che è accaduto e sta accadendo nel Paese». Ma non poteva mancare, proprio in chiave terremoto, anche la polemica di serata. «C’è chi ha augurato una scossettina di terremoto anche qui alla Leopolda. Noi non mancheremo mai di rispetto verso altri, la Leopolda non porta odio a nessuno. Semmai quella frase manca di rispetto a chi quella scossa l’ha sentita per davvero e ci ha perso pure qualche famigliare» ha detto il deputato del Pd, mostrando l’ultima vignetta di Vauro dove una persona davanti ad un cartello con su scritto ‘Leopolda’, rivolgendosi al cielo dice: «Eddai, hai fatto trenta, fai trentuno. Che ti costa?…Una sola scossa, puri qui, anche piccola piccola».

lopolda2Renzi: «Domenica mi tolgo due o tre sassolini» «Domenica ho da togliermi due o tre sassolini dalle scarpe – ha detto dal palco il Premier Renzi, con riferimento al suo intervento che domenica chiuderà la kermesse – C’è un valore grande della Leopolda che chi non è mai venuto non può capire perché parte da un pregiudizio: la cosa fondamentale qui sono le persone che non fanno politica a tempo pieno nella vita, ma che quando tornano alla stazione Leopolda è come se tornassero a casa perché sanno di incrociare occhi amici e abbracciare persone che pensano che la politica non sia andare contro qualcuno».

leopoldaTra musica, gadgets e amatriciana solidale Tornando alla colonna sonora della ‘Leopolda’ ‘Cough syrup’ dei Young the Giant, è stata ‘sparata’ dagli altoparlanti dell’ex stazione fiorentina un’ora prima del via della ‘Leopolda 2016’. La regia ha poi piegato sui Muse, i Maroon 5 e sui Cornershop con “Brimful of Asha”. La scenografia della kermesse renziana si puo’ definire leggera: l’immagine di un bambino che insegue un aquilone, poi una lavagna, due cattedre con un microfono al centro. Lungo le pareti rudi della Leopolda coperte da pannelli neri, alcune gigantografie con le scritte di grandi del passato come quella di Nelson Mandela: “Sembra sempre impossibile fino a quando non viene fatto”. Come sempre poi, a fianco dell’ala palco, c’e’ l’area relax: bar, ristorante e consueti banchini del merchandising griffato #bastaunsi’. 8 euro la maglietta, 5 per le borse buone per fare la spesa al supermercato. Le matite o i lapis costano 50 centesimi, spille e braccialetti gratis, «ma se ci fanno un’offerta e’ meglio», dicono le volontarie. A concludere la prima serata della ‘Leopolda’ un’amatriciana offerta a tutti i presenti, come simbolo di solidarietà e vicinanza per i territori del centro Italia colpiti dal terremoto.

 

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