Aumento dei contatti telefonici da parte di donne già seguite dai centri e una diminuzione di prime richieste di aiuto. E’ la fotografia relativa al mese di marzo del fenomeno della violenza domestica durante la fase dell’emergenza Covid-19 scattata dall’Associazione nazionale Dire – Donne in rete contro la violenza. Fotografia peggiorata durante i mesi di lockdown: le analisi svolte sui contatti al numero nazionale antiviolenza 1522 indicano un notevole incremento nel periodo marzo – giugno 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119%). Richieste d’aiuto che si sono verificate anche in Valdelsa dove opera l’Associazione Donne Insieme Valdelsa che ha registrato un andamento intermittente delle nuove richieste: a una marcata fase di calo nel mese di marzo è seguita una fase crescente di nuove richieste di aiuto a partire dal mese di maggio.

Difficoltà a chiedere aiuto L’ipotesi è che la prima fase di questa lunga emergenza abbia creato disorientamento e le donne hanno avuto difficoltà a chiedere aiuto in un contesto di convivenza forzata, di controllo, spesso ossessivo, esercitato dai maltrattanti e di continui inviti a non abbandonare il proprio domicilio se non in caso di motivata necessità. Il capillare lavoro di comunicazione svolto da istituzioni e associazioni, al quale l’Associazione Donne Insieme Valdelsa ha contribuito con una campagna ad hoc, e la presenza di una rete di servizi strutturata sul territorio ha permesso alle donne di tornare a chiedere aiuto e avviare percorsi di uscita dalla violenza quando il confinamento è stato allentato. Ad oggi l’Associazione non ha registrato alcun calo su base annuale ma un aumento delle richieste: il 31 ottobre 2019 gli accessi al Centro Antiviolenza erano stati 80, al 31 ottobre 2020 82.

L’impatto dell’emergenza sanitaria sulla violenza I servizi del Centro AntiViolenza e della Casa Rifugio sono stati erogati con continuità durante tutte le fasi attraverso l’ascolto telefonico e i colloqui da remoto e pubblicizzando i diversi strumenti di contatto: messenger, e-mail, blog. Le richieste di aiuto non sono diminuite nonostante la pandemia. Questo risultato indica che la rete antiviolenza della Valdelsa è riuscita a far emergere le situazioni di violenza sul territorio e a lavorare in rete per offrire risposte ai complessi bisogni di donne e minori le cui difficoltà sono state amplificate. Il contesto di crisi economica e la chiusura generalizzata di scuole e servizi per l’infanzia, di importanti presidi di welfare per anziani, disabili e altre categorie fragili, hanno accentuato la difficoltà delle donne a trovare una via d’uscita dalla violenza.

Progetti 2020 Oltre ai finanziamenti strutturali ai servizi del Centro AntiViolenza e della Casa Rifugio erogati dai Comuni attraverso l’Ufficio Pari Opportunità e dallo Stato attraverso la Regione Toscana, l’ associazione nel 2020 ha ottenuto finanziamenti specifici per potenziare la propria azione: Progetto “La Casa Rifugio in Valdelsa delle donne vittime della violenza maschilista” realizzato con il Comune di Poggibonsi in qualità di capofila e partner quali FTSA e Atelier Vantaggio Donna finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità con il quale abbiamo incrementato i servizi della nostra struttura di accoglienza: assistenza legale e psicologica, attività ludico – educative per i nostri piccoli ospiti, progetti di formazione e inserimento lavorativo per le donne. Progetto “… E lo chiamano amore…” finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità in collaborazione, fra gli altri, con Provincia di Siena e Ufficio Scolastico Provinciale che ci ha permesso di realizzare un corso di formazione per i docenti delle scuole del nostro territorio sul tema del contrasto agli stereotipi e alla violenza di genere. Il corso è stato realizzato in presenza nel mese di febbraio e ha proseguito con modalità online nei mesi successivi. “Nessuno Indietro” finanziato da Unicoop Firenze con il quale l’Associazione ha già promosso la campagna “Il CAV cerca casE” finalizzata a sensibilizzare i proprietari di abitazioni a dare un’opportunità alle donne inserite nei nostri percorsi di uscita dalla violenza. Nella maggioranza dei casi si tratta infatti di donne estremamente determinate e motivate a vivere in autonomia e a garantire ai propri figli una vita onesta e dignitosa. Il finanziamento ci ha permesso e ci permetterà di sostenere i percorsi di autonomia abitativa delle donne e di reinserimento lavorativo. Progetto “Libere di scegliere. Percorsi per riconoscere e contrastare la violenza di genere” finanziato dal Bando Sociale Regione Toscana con il quale realizzare, in collaborazione con una rete di associazioni del territorio, eventi di sensibilizzazione della popolazione e un corso di formazione di primo livello per nuove volontarie. Bando Covid-19 finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità che ci ha permesso di adeguare le strutture alla normativa in vigore per il contenimento dell’epidemia di covid-10 e per poter erogare i nostri servizi nella maggiore sicurezza possibile.