Trent’anni di storia, trent’anni per capire come il vino Nobile di Montepulciano si è evoluto tra cambiamenti climatici e approccio al modo di fare vino. “L’evoluzione del Sangiovese a Montepulciano” è stata l’occasione per mettere a confronto, senza alcuna paura, annate di Nobile dal 1980 agli anni 2000 alla 52esima edizione di Vinitaly. La degustazione, promossa dal Consorzio, è stato un vero e proprio viaggio in una delle denominazioni toscane più apprezzate al mondo e si è articolata in tre decadi: 1980-1990; 1990-2000; 2000 fino alle ultime annate. Con la guida dell’enologo Lorenzo Landi e del giornalista Gianni Fabrizio, il Consorzio del Nobile ha offerto un’occasione più unica che rara per carpire i segreti e le motivazioni storiche, oltre che tecniche che hanno portato alla straordinaria evoluzione nel modo di concepire un vino vanto della Toscana e della provincia di Siena in Italia e nel contesto vitivinicolo internazionale.
“Abbiamo voluto organizzare un percorso di trent’anni con un filo conduttore, il Sangiovese a Montepulciano – ha detto Paolo Solini, direttore del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano – Lo abbiamo fatto con il contributo di esperti per capire come questo vitigno così rappresentativo della Toscana reagisca nel tempo sulla base del microclima e del tipo di invecchiamento previsto per il Vino Nobile di Montepulciano. Grazie alle riflessioni fatte siamo riusciti anche a dare una idea dello stile e della riconoscibilità che rappresentano la nostra denominazione. Il successo di presenze dimostra il crescente interesse verso i vini del territorio”.
Il mercato Vinitaly è stata l’occasione per il Nobile confrontarsi con il mercato italiano e internazionale , un mercato che conformemente alla tendenza degli ultimi anni, anche nel 2017 si è confermato verso l’export con una quota destinata all’estero pari al 78 per cento di prodotto, mentre il restante 22% è stato commercializzato in Italia. Per quanto riguarda il mercato nazionale le principali vendite sono registrate in Toscana per il 48%, dato al quale si aggiunge il 17 per cento delle vendite al Centro. Al Nord è stato venduto il 14% del totale, mentre continua la sua crescita (nel 2017 del 2%) toccando quota 20 per cento la vendita diretta in azienda. Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania si conferma il primo mercato del Nobile con il 44,5 per cento della quota esportazioni. Il secondo Paese di riferimento è quello degli Stati Uniti che segnano ancora una crescita rispetto al precedente anno arrivando nel 2017 arrivando a rappresentare il 21,5 per cento dell’export del Nobile. Successo anche per i mercati asiatici ed extra Ue con oltre il 7 per cento delle esportazioni. Il Vino Nobile è apprezzato anche in Svizzera dove raggiunge il 16 per cento.