L’Anci, in rappresentanze di tutti i Comuni italiani, ha interrotto tutte le relazioni istituzionali. Si tratta dell’ ultimo tentativo, «un sussulto di consapevolezza e responsabilità» per cambiare una legge di stabilità che «sulla Iuc (la nuova tassa sulla casa) configura una secca e inaccettabile riduzione di risorse ai Comuni per circa un miliardo e mezzo di euro». E’ quanto ha deciso oggi l’associazione che chiede al governo di varare «nel Consiglio dei ministri del 27 dicembre un decreto correttivo. Se così non fosse si aprirà un esplicita fase di conflittualità che parte oggi con la non partecipazione Anci alla Conferenza Unificata».
Lettera a Napolitano sul disagio dei sindaci italiani Il presidente dell'Anci, Piero Fassino, ha anche annunciato che oggi stesso scriverà al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere un incontro, nel quale porterà «in modo autorevole e formale il profondo disagio di tutti i sindaci italiani». Un secondo incontro «urgente» verrà chiesto al presidente del Consiglio Letta per esortare il primo ministro ad «adottare, entro fine anno, un provvedimento che consenta di assicurare ai Comuni le risorse necessarie per garantire i servizi ai cittadini».
Assemblea straordinaria il 29 gennaio a Roma Oltre a sospendere la partecipazione alle sedi di concertazione, Fassino ha annunciato che il 29 gennaio 2014 i sindaci si ritroveranno a Roma «per una assemblea straordinaria nella quale valuteranno ulteriori forme di mobilitazione qualora le richieste dei sindaci fossero disattese». Nel corso dell'incontro con i giornalisti, Fassino ha ricostruito la storia del confronto con il governo che, ad agosto, aveva rassicurato i Comuni sul ristoro totale per i Comuni della «scelta politica di abolire la tassa sulla casa. Se il nodo delle risorse mancanti non verrà risolto – ha aggiunto il presidente Anci – anche il prossimo anno ci troveremo a chiudere i bilanci in novembre. Questo è inaccettabile come è inaccettabile subordinate gli interessi di Comuni e cittadini alle logiche politiche nazionali».
Governo e Parlamento «sordi» «Fino ad ora – ha ricordato Fassino – abbiamo avuto un atteggiamento responsabile e costruttivo. Ci siamo sforzati di fare proposte e presentare emendamenti. Tuttavia ci siamo trovati sempre di fronte alla sordità di governo e Parlamento».
Sui rapporti con Parlamento, il presidente Anci ha anche invitato i senatori a rivedere la parte della mini-Imu, in questi giorni all'esame di Palazzo Madama. Se non modificata, la norma andrebbe a gravare per il 40 per cento delle maggiori aliquote sulle tasche dei cittadini. «Si tratta di circa 350 milioni di euro – ha sottolineato il sindaco di Torino -, i gruppi senatoriali valutino un decreto correttivo per evitare di scaricare maggiori oneri sui cittadini». L'ultimo attacco è ancora per il governo. «Se i sindaci fossero oggi in Parlamento – ha chiosato Fassino – non voterebbero la fiducia perché questa legge di stabilità è un atto che disconosce il nostro ruolo garantito dalla Costituzione».