C’è una persona fermata per l’omicidio di Hamdi Fathel, 32 anni, il cui corpo è stato trovato legato al letto con una catena, completamente carbonizzato, martedì scorso a Piombino. Si tratterebbe di un italiano che è stato a lungo sentito dagli inquirenti nella giornata di ieri. L’omicidio, secondo le prime informazioni sarebbe maturato nell’ambiente dello spaccio di droga.

Tutto per un cellulare Il movente dell’omicidio di Hamdi Fathel, l’uomo trovato carbonizzato a Piombino nei giorni scorsi, secondo quanto è emerso dalle indagini, sarebbe stato un telefono cellulare del valore di 5-600 euro, di proprietà di Marco Longo, l’uomo fermato e che ha confessato di averlo ucciso, del quale il tunisino si era impossessato. La notte dell’omicidio Longo è andato a casa del tunisino proprio con l’intenzione di riprendersi il telefonino. E c’era andato armato, con una Beretta 7.65 modificata da un silenziatore artigianale, perché sapeva che il nordafricano era armato di coltello. Secondo quanto appurato dalla procura di Livorno i due, che si conoscevano da tempo, avevano avuto un grosso litigio per la somma corrispondente al valore del telefonino. La vittima aveva subito una condanna definitiva per spaccio di stupefacenti, mentre Longo aveva avuto un passato di tossicodipendenza di eroina da cui era uscito ricostruendosi una vita con moglie (alla quale non aveva detto nulla dell’accaduto) e due figli. L’omicida durante l’interrogatorio ha raccontato di aver spiegato al tunisino, che una volta uscito dal carcere lo aveva ricontattato, di non voler avere più a che fare con lui.