La vertenza del Maggio musicale fiorentino si chiude con una fumata nera. Slc Cgil, Fistel Cisl e Fials (il sindacato degli orchestrali) proclamano un pacchetto di 8 ore di sciopero «che verranno comunicate secondo le modalità previste». I sindacati, quindi, danno corso al mandato ricevuto dall’assemblea dei lavoratori del 20 dicembre scorso. E la protesta interesserà anche le sedi istituzionali, visto che le parti sociali parlano di «manifestazioni pubbliche con delegazioni di massa in concomitanza dei prossimi consigli comunali e regionali». La decisione è arrivata al termine di un vertice tra sindacati e il sovrintendente del Maggio Francesco Bianchi che «si è presentato all’incontro con oltre un’ora di ritardo».
Maggio in sciopero Sul tavolo il tema dei licenziamenti, le procedure cioé attivate dalla Fondazione per il trasferimento di 28 lavoratori in Ales, la società in house al Mibac. Bianchi, raccontano i sindacati, ha relazionato sull’incontro di ieri fra i sovrintendenti delle fondazioni con in corso procedura di licenziamento collettivo, a cui hanno preso parte il direttore dello spettacolo dal vivo, Onofrio Cutaia, e il commissario straordinario del governo per le fondazioni liriche, Gianluca Sole. «A detta di Bianchi, Cutaia- spiegano le sigle sindacali- avrebbe chiesto un aggiornamento sullo stato di avanzamento della procedura di licenziamenti affermando inoltre che il ministero non ha intenzione di attuare nessun intervento in merito, vista la possibilità di ricollocazione delle 28 unità dichiarate in esubero presso Ales». Dg e commissario «avrebbero inoltre affermato che la gestione della procedura spetta unicamente al sovrintendente. Il sovrintendente ha quindi concluso repentinamente la riunione dichiarando chiusa la fase sindacale e affermando che ci saremmo rivisti in fase amministrativa appena saremo convocati». I sindacati, quindi, si sono detti «rammaricati per l’esito dell’incontro» visto che si aspettavano «l’apertura ad un confronto vero, come sollecitato anche dall’unità di crisi delle Regione Toscana» e in questo «prendono atto per l’ennesima volta della assoluta indisponibilità del sovrintendente a qualsiasi discussione di merito».
L’appello Anche perché i sindacati ribadiscono «che la fase di confronto così come prevista dalla legge 223/91 non sia mai stata aperta. Un tavolo di confronto, per essere tale ha bisogno di due presupposti indispensabili: la disponibilità per entrambe le parti di tutte le informazioni necessarie, la reciproca disponibilitàall’ascolto per una ricerca di soluzioni, per quanto possibile, condivise». Ma così «i dati più volte richiesti non sono mai stati forniti, non ci è mai stata data la possibilità di esplicitare le nostre proposte e gli incontri si sono limitati a dichiarazioni unilaterali della Fondazione senza possibilità di reale confronto». Per questo Cgil, Cisl e Fials, oltre allo sciopero rivolgono un appello al sindaco di Firenze, Dario Nardella, presidente del Maggio, al Consiglio comunale, al consiglio di indirizzo della fondazione, alla Regione Toscana e al Mibac, «affinchési pronuncino su tale comportamento esprimendo un giudizio di merito e prendendo una precisa posizione al riguardo».