I sottoscrittori del documento “Le nostre ragioni del No” al referendum sul taglio dei parlamentari si danno appuntamento a Siena sabato 12 settembre in piazza del Campo (bar Il Palio a partire dalle ore 11.00) per un confronto pubblico sulle motivazioni del “No” al referendum. Il documento, pubblicato nei giorni scorsi, continua a raccogliere adesioni. Al momento sono oltre 70 i firmatari e domani sarà possibile aderire.
«Siamo convinti che le riforme costituzionali debbano seguire un percorso condiviso tra le forze politiche e sociali e per questo non possono essere influenzate dalle convenienze politiche del momento.
A fasi alterne, tutte le forze politiche hanno sostenuto l’opportunità di una riduzione del numero dei parlamentari accompagnata da una riforma del Bicameralismo paritario e da un ammodernamento dei regolamenti parlamentari. E anche la proposta di riduzione del numero dei parlamentari che saremo chiamati a confermare oppure invalidare con il nostro voto è stata votata con l’impegno preciso delle forze politiche ad introdurre i necessari correttivi e contrappesi. Senza questi, la “riforma” del taglio dei parlamentari è poco più che uno specchietto per far credere agli italiani che così il Paese sarà più efficiente, moderno e funzionale. Noi non lo crediamo e pertanto, in assenza di correttivi, voteremo convintamente NO al referendum del 20-21 settembre. I motivi sono ben spiegati dal documento degli oltre 200 docenti di diritto costituzionale, che hanno sottoscritto un appello che ci sentiamo di condividere (Leggi)
A rischio c’è il ruolo del Parlamento quale principale assemblea rappresentativa del Paese; ma soprattutto ci sono i territori, che finirebbero per non essere adeguatamente rappresentati. A ben vedere c’è lo stesso patto sociale che si stabilisce tra popolo e istituzioni.
Da anni ormai i poteri decisionali dalle comunità sono ridotti; anche i luoghi ed i momenti delle decisioni sono stati compressi con la motivazione del taglio dei costi e degli sprechi. Purtroppo i dati sul bilancio dello Stato confermano che non è riducendo la rappresentanza che si tagliano i costi. Nel caso specifico, ad esempio, siamo convinti che sarebbe stata prima necessaria una riforma dei regolamenti parlamentari per rendere più efficaci ed efficienti i lavori nelle due Camere e poi una riforma complessiva delle istituzioni centrali.
Con il No al referendum potremo mandare un nuovo segnale per dire che uno dei principali problemi del Paese è rappresentato dai metodi di selezione della classe dirigente. Occorre infatti che questa sia adeguata alle sfide che abbiamo di fronte, e spetta ai partiti dimostrare di avere sistemi e metodi adeguati per la scelta dei propri rappresentanti in sede di istituzioni e di rappresentanza (forse sarebbe più utile una legge sulle forme e modalità di funzionamento dei partiti).
Non è certo riducendo i numeri della democrazia che si danno risposte agli italiani, soprattutto in momenti difficili come quelli che stiamo affrontando.
Per questi motivi, fuori da ogni ricerca di posizionamento partitico e indipendentemente dai Comitati nazionali che sostengono le ragioni del No al referendum, anche noi riteniamo di votare NO al prossimo referendum e invitiamo tutti a farlo».