VOLTERRA – I carabinieri del comando tutela patrimonio culturale di Monza hanno restituito alla Diocesi di Volterra (Pisa), un antico volume del ‘500 rubato dalla biblioteca del seminario vescovile.
Questa mattina, nel palazzo vescovile cittadino, alla presenza del vescovo Alberto Silvani, il Maggior Claudio Sanzò, comandante del nucleo tutela Patrimonio culturale di Monza, ha restituito a Andrea Falorni dell’ufficio beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Volterra, un prezioso volume del ‘500 di cui si erano ormai perse le tracce dagli anni ’30 del secolo scorso: parliamo de “Le Metamorfosi” di Ovidio, ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara in ottava rima, e stampato a Venezia nel 1583 come omaggio alla corte francese.
Il recupero del volume è frutto della collaborazione e fiducia riposta da un privato cittadino residente a Pavia al comando tutela patrimonio culturale dell’arma dei carabinieri, che ha accertato che il volume in questione, seppur non fosse stato denunciato come provento di furto, era di proprietà della biblioteca del seminario vescovile di Volterra. L’acquirente di Pavia si era accaparrato il volume attraverso un’asta online francese per 1.400 euro, ma una volta messe le mani su quelle antiche pagine, si era accorto che il libro era di proprietà della biblioteca del seminario vescovile di Volterra, notando chiaramente il timbro apposto nelle prime pagine.
L’uomo ha allertato il nucleo speciale dell’Arma che si occupa di rintracciare e tutelare i beni culturali, che a sua volta ha allertato la Diocesi di Volterra. Da una comparazione con una catalogazione del volume risalente agli anni ’30, si è capito che il libro era stato trafugato dalla biblioteca e finito nel mercato nero. Dalla Diocesi, non era scattata denuncia, quindi è presumibile che il volume fosse sparito, o meglio rubato, da decenni.
“L’occasione – sottolinea il nucleo tutela del patrimonio di Monza – oltre a voler riconsegnare il volume sequestrato, vuole rappresentare un momento per ribadire quanto sia essenziale la tutela del bene librario in un’era in cui si apprezza più il fine pratico ed immediato piuttosto che un arricchimento per la vita. Ci si è disaffezionati al libro ed ai suoi mille contenuti, forse anche perché l’approcciarsi al libro, alla lettura implica una sfida, uno sforzo non indifferente. In secondo luogo l’occasione è importante per ricordare come, tanto la conoscenza del fenomeno dei furti quanto la cooperazione, possa portare ad arginare il fenomeno stesso. Infatti, i cittadini possono rivolgersi ai carabinieri del tutela patrimonio culturale dislocati su tutto il territorio nazionale e possono compilare il “Documento dell’opera d’arte – Object ID”, un modulo concepito dall’Unesco ed elaborato in collaborazione con il comando carabinieri tutela patrimonio culturale, nel quale si devono riportare i dati identificativi essenziali di qualsiasi bene d’arte (oggetto, autore, epoca, tecnica e materiale, dimensioni, titolo e descrizione, fotografia).
Con questo strumento – prosegue il nucleo speciale dell’Arma – qualunque possessore di oggetti d’arte può realizzare un proprio archivio fotografico–descrittivo da custodire in luogo sicuro perché in caso di furto potrà essere d’ausilio alle forze dell’ordine per il suo successivo recupero. Inoltre il modulo permetterà un preciso ed affidabile confronto con le informazioni contenute nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal comando carabinieri tutela patrimonio culturale”.