Sono diffusi i pregiudizi contro la matematica. Ci sono persone che si considerano non portate, che pensano che i maschi abbiano migliori competenze matematiche, che credono che quando non si riesce in matematica si ha necessariamente un problema di intelligenza o di poco impegno. Non è così. Da un punto di vista genetico e neurobiologico non ci sono differenze tra maschi e femmine per l’apprendimento della matematica ma esistonosituazioni per cui ragazzi intelligenti non riescono ad apprendere adeguatamente a causa di un vero e proprio disturbo, la discalculia, che fa parte dei cosiddetti DSA (disturbi specifici dell’apprendimento). Di discalculia e diagnosi di adolescenti e adulti si è parlato alla 10ª edizione del convegno nazionale del Centro Risorse “DSA e scuola: risorse per l’apprendimento”, che si è tenuto a Prato lo scorso 10 novembre.
La responsabile del Centro Bachmann: «Tutelare i ragazzi con didasculia» Negli ultimi quattro anni le diagnosi per discalculia sono raddoppiate: le ultime rilevazioni del MIUR relative all’anno scolastico 2016/2017 indicano che rispetto all’anno scolastico 2013/2014 sono passate da 33.257 a 62.877. Questo obbliga la scuola a venire incontro alle difficoltà di questi alunni e in generale a riconsiderare come insegnare la matematica e che cosa vogliamo veramente che i ragazzi apprendano, soprattutto alle scuole superiori quando il carico di lavoro aumenta e molti ragazzi vanno in crisi. «I ragazzi con discalculia vanno tutelati,- afferma Christina Bachmann, responsabile del Centro Risorse, – esiste una apposita legge, la legge 170 del 2010, che in molti casi è ancora disattesa perché la scuola sa ancora troppo poco sulla discalculia».
Studiare non basta Ragazzi che studiano possono non riuscire bene negli esercizi e per loro applicarsi non è la sola condizione per ottenere un buon rendimento: sono ragazzi che pur studiando non riescono in alcune abilità di base della matematica, come il calcolo a mente veloce con numeri piccoli, le tabelline, i compiti di stima. Sono ragazzi intelligenti, consapevoli delle proprie difficoltà e che purtroppo soffrono molto di questo loro disturbo. Sono intervenuti al convegno esperti quali Giacomo Stella dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha sottolineato il ruolo fondamentale della scuola affinché nessuno studente si senta un somaro, il professor Enrico Ghidoni che ha mostrato le diverse attivazioni cerebrali dei ragazzi con DSA, il dirigente del MIUR Raffaele Ciambrone, che ha ricordato la normativa scolastica che tutela questi ragazzi, Lauro Mengheri, che ha sottolineato i vari livelli di gravità del disturbo che si possono avere, oltre a Christina Bachmann, Alessandra Luci, Stella Totino, Barbara Falcone, Simona Rattà e Luca Grandi.