turistipisaMa avete presente quante cose belle accadono nelle città italiane? E come i turisti se le perdono per semplice mancanza di comunicazione?

Visite turistiche teatralizzate, visite guidate insolite, walking tour, passeggiate letterarie, itinerari in bicicletta, trekking urbani e non, concerti musicali di qualità, incontri-degustazioni, spettacoli a sfondo storico e letterario. Soltanto chi abbia provato, anche una sola volta, a costruire un’agenda di quello che c’è in una normale città italiana, si può davvero rendere conto delle decine di appuntamenti, che potrebbero rendere non solo più affascinante la visita ad un turista, ma, magari, farlo decidere di prenotare quella notte in più, che rappresenterebbe la salvezza di centinaia di alberghi e bed&breakfast, costretti a lottare contro permanenze medie che da anni non si schiodano da 1,4 o 1,5 notti.

E non si tratta di cose arrangiate alla meglio, tutt’altro, spesso sono vere e proprie perle preziose, con professionisti di qualità, che si impegnano con le migliori intenzioni e che devono invece – dopo un periodo più o meno lungo – rinunciare nella loro attività per un semplice motivo: mancanza di pubblico. E quindi di convenienza economica a proseguire.

Una mancanza di persone che è dovuta ad un solo motivo: i costi di una adeguata comunicazione e promozione sono troppo alti per poter essere recuperati con i biglietti venduti. Anche mille euro diventano tanti, quando devi recuperarli a suon di 5 e 10 euro, magari con (giusti) sconti famiglia.

O hai alle spalle un soggetto, pubblico o privato, che si accolla i costi “a perdere”, oppure si apre una spirale spietata: i turisti (ma il discorso vale anche per i residenti) non partecipano alla visita o al concerto, provocandone la chiusura, perché non sanno che c’è, ma i costi per far conoscere quell’appuntamento sono comunque così alti, che la visita o il concerto non si potrebbe fare perché sarebbero in perdita. E la comunicazione su Facebook, spesso unica arma a disposizione, non è sufficiente a raggiungere un numero abbastanza ampio di persone, soprattutto se non sostenuta dalla sponsorizzazione dei post.

Così, una ricchezza enorme di servizi turistici di qualità e di professionisti capaci di trasmettere la loro sapienza in tante lingue – ovvero quella che dovrebbe essere l’ossatura stessa di una politica di accoglienza – si spenge ogni giorno nel silenzio, quando magari ci sarebbero centinaia di turisti che vorrebbero partecipare.

Se solo lo sapessero…