FIRENZE – Tra solitudine ed emarginazione, Jennifer è un travestito che sopravvive ai margini dell’umanità desolata ritratta da Annibale Ruccello nella sua opera d’esordio, “Le cinque rose di Jennifer”, che consacrò nel 1980 il successo del giovane autore partenopeo.
Con l’interpretazione di Geppy Gleijeses e Lorenzo Gleijeses, le due protagoniste, Jennifer e Anna, arrivano al Teatro della Pergola, nel Saloncino ‘Paolo Poli’, dal 29 aprile al 4 maggio, per condurci nell’universo del drammaturgo campano che, dalla meraviglia di un’orrida quotidianità, ci proietta in una condizione espressionista di disperazione, inframezzata da attimi di euforia.
LA STORIA
Jennifer è un travestito fragile e tormentato, che vive da solo nel “quartiere dei travestiti” a Napoli; mentre Anna, anche lui un travestito, rasenta la follia, proiettando la sua solitudine sulla gatta. Le loro vite si intrecciano con un’atmosfera sospesa tra crudo realismo e suggestioni espressioniste.
La piccola casa di Jennifer è un microcosmo fatto di oggetti quotidiani, ricordi e rituali, dove ogni dettaglio – dai feticci alla colonna sonora – parla di solitudine, di desiderio e di una costante lotta per affermare la propria identità.
Lo spettacolo è un’occasione per riscoprire un autore come Annibale Ruccello, rimpianta voce della drammaturgia italiana, prematuramente scomparso in un incidente stradale nel 1986, ad appena 30 anni, e che, con il suo sguardo acuto e delicato sulle fragilità e la sua scrittura profondamente umana, ha segnato la scena teatrale del Novecento, consegnando al pubblico una visione del mondo fatta di piccole storie, drammi quotidiani e personaggi dalla semplicità delicata, ma intensa.
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