FIRENZE – E’ una guerra tra “poveri”. Intesi come categorie costrette a districarsi tra rincari e problemi burocratici. Da una parte i taxi, dall’altra gli Ncc.
L’ultimo fronte di scontro è la presa di posizione dei primi per le autorizzazioni. “Il gap è stato colmato con la riforma del 2019 che ha esteso la territorialità delle licenze ncc alla provincia”, hanno sottolineato da Fita Cna. Affermazioni confutate dalle associazione Ncc: “Cna sbaglia su taxi e Ncc. Per noi i problemi sono chiari, la riforma del 2019 non ha certo risolto le nostre criticità: in primo luogo occorre ripetere che il numero di Ncc è nettamente inferiore a quello dei taxi e che i bandi sono bloccati da almeno 30 anni nelle principali città”.
Da qui la soluzione per sanare i presunti divari: “E’ evidente che il mercato sta chiedendo sempre più Ncc: quest’anno il 40% della richiesta non è stata soddisfatta, non saranno certo i taxi a risolvere la situazione. Da parte nostra la richiesta è anche che sia la Regione a gestire gli Ncc. E, per evitare conflitti futuri, è bene che le categorie di Ncc e taxi abbiano norme separate”.