Sono sessantacinque i lavoratori toscani che sono stati insigniti della Stella al Merito del Lavoro nel corso della cerimonia organizzata dalla Prefettura di Firenze nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. L’onorificenza viene conferita tradizionalmente il Primo Maggio dal presidente della Repubblica a coloro che si sono distinti, nella propria esperienza lavorativa, per laboriosità, perizia e condotta morale. E anche «per gli insegnamenti che hanno saputo trasmettere ai colleghi più giovani», ha sottolineato il prefetto Luigi Varratta inaugurando la cerimonia. «Perché tramandare competenze – ha aggiunto Varratta – mostrare con la forza dei fatti e dei comportamenti, più che con le parole, l’importanza di agire con serietà, onestà ed impegno, rappresentano il modo più efficace per contribuire al progresso duraturo di una comunità. Una ricorrenza bella e importante che oggi assume anche un sapore amaro – ha sottolineato il prefetto – a causa delle preoccupazioni che tutti nutriamo per la crisi economica e occupazionale che stiamo attraversando».
Primo maggio e preoccupazione per il lavoro Sulla falsa riga di quanto detto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Roma, anche il prefetto di Firenze ha palesato quelle che sono le preoccupazioni delle morse della crisi economica, ancora pressanti sulle tasche e sulle vite di molti italiani. «Le cifre della disoccupazione sono intollerabili – ha proseguito Varratta – perché dietro questi numeri ci sono i volti e le angosce di tante donne e uomini che combattono quotidianamente con la paura atroce di non riuscire a provvedere alle esigenze delle proprie famiglie. E nel caso dei giovani senza lavoro, la paura di non riuscire a costruirsi un futuro e una famiglia». Il prefetto ha quindi posto l’accento sul significato che la festa assume in questo particolare momento storico. La crisi e la mancanza di lavoro rischiano di creare fratture fra i cittadini, ha affermato, tensioni e contrapposizioni sociali tra chi conserva un impiego e chi si vede escluso dal mondo del lavoro. «Celebrare il Primo Maggio oggi vuol dire avere la consapevolezza che il lavoro è un valore fondamentale per l’individuo e la comunità, un patrimonio comune, fattore che unisce e non divide la società. L’obiettivo di tutti deve essere quello di poter celebrare il lavoro ogni giorno, non solo il Primo Maggio – ha concluso il prefetto – con la serietà, la costanza e la generosità del nostro impegno».