In questa crisi sempre più profonda, con la disoccupazione giovanile che sfonda un nuovo record toccando quota 43,3 per cento a ottobre, non si può più trascurare il ruolo anticiclico dell’agricoltura, che nonostante le pesanti difficoltà e i gravi danni derivanti dal maltempo, continua a dimostrare di “difendere” i suoi posti di lavoro e di saperne creare di nuovi. Nel terzo trimestre dell’anno infatti il numero degli occupati nel settore primario cresce dell’1,5 per cento, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale (-0,5 per cento). Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat.

Più in dettaglio, sul risultato dell’agricoltura nel terzo trimestre del 2014 ha inciso soprattutto la performance del Centro Italia, che registra un incremento degli occupati del 12,6 per cento -sottolinea la Cia- sintesi dell’aumento record del lavoro dipendente (+31,3 per cento) e di un calo contenuto di quello autonomo (-1,6 per cento). Questo vuol dire che, a dispetto di tutti i problemi che condizionano la vitalità delle imprese, da quelli contingenti come il maltempo a quelli atavici come gli alti costi produttivi e i prezzi sui campi non remunerativi, l’agricoltura “tiene” sul fronte dell’occupazione e può offrire nuove opportunità, soprattutto ai giovani.

D’altra parte -osserva la Cia- le occasioni che il settore offre sono tante e stanno risvegliando l’interesse delle nuove generazioni: nell’ultimo anno sono nate 11.485 imprese agricole, pari al 10 per cento circa delle aziende neonate in Italia, e oltre il 17 per cento di queste “new entry” ha un titolare d’età inferiore ai 30 anni. Ora le nuove misure messe in campo dal governo, dalla vendita o affitto dei terreni agricoli pubblici alle risorse per la concessione di mutui agevolati per investimenti possono accrescere questa tendenza positiva e contribuire a fare del comparto agricolo un vero e proprio “ammortizzatore sociale” in primis per i giovani.