Una storia a lieto fine grazie alla prontezza dei sanitari del 118 e agli specialisti dell’ospedale di Siena. E’ la storia di un 25enne aretino colpito da emorragia celebrale mentre era al lavoro nei campi. Il paziente è ora fuori pericolo ed è stato già dimesso. Così non sarebbe stato se il personale dell’ambulanza che lo ha soccorso, non avesse deciso di portarlo direttamente a Siena da Arezzo, risparmiando così minuti preziosi che hanno contribuito a salvargli la vita. «Il giovane paziente – spiega Giuseppe Oliveri, direttore Neurochirurgia del policlinico Santa Maria alle Scotte – ha avuto un episodio di cefalea improvvisa e perdita di coscienza. Appena è intervenuto il 118, a seguito dei protocolli elaborati grazie alla Programmazione di Area Vasta e agli incontri che facciamo periodicamente a Monticello Amiata, il paziente è stato trasportato direttamente a Siena, che è il centro di riferimento come ospedale di terzo livello, anziché ad Arezzo, come accadeva sino a qualche tempo fa. Alle Scotte – prosegue Oliveri – ha eseguito velocemente gli esami di diagnostica per immagini che hanno evidenziato una grave patologia cerebrale e, in meno di quindici minuti, è stato portato in sala operatoria e sottoposto ad un complesso intervento per rimuovere la grave malformazione vascolare che aveva determinato l’emorragia».
Il decorso ospedaliero Il paziente è stato successivamente trasferito presso la Terapia Intensiva Neurochirurgica e poi in reparto, seguito dalla neurologa Barbara Batani, e poi inviato all’ospedale della Gruccia per la riabilitazione. «Grazie all’integrazione tra territorio e ospedale – aggiunge Massimo Mandò, direttore del 118 e del Dipartimento di Emergenza e Urgenza di Area Vasta – e alla prontezza dei professionisti dell’ambulanza, abbiamo garantito il trattamento del paziente in tempi precocissimi. Una sosta ad Arezzo, come da precedenti protocolli, avrebbe comportato un ritardo significativo e, con ogni probabilità, una prognosi infausta. Abbiamo lavorato molto e continueremo a collaborare fattivamente per potenziare il protocollo di emergenza e questi sono i primi importanti risultati, a tutto vantaggio dei pazienti». Il paziente sta bene e per i controlli è affidato alla neurologa Barbara Batani. «Ogni paziente per noi è speciale – spiega la neurologa – e lo seguiamo passo dopo passo durante tutto il percorso ospedaliero e anche dopo le dimissioni, durante il follow up. La nostra neurochirurgia è come una grande famiglia, e un grosso supporto è quello che ci viene dato dai medici in formazione specialistica che ringrazio per la costante dedizione e presenza».