AAA Lavoro offresi. Ma nessuno lo vuole. Capita in Casentino, dove, secondo quanto riporta Confcommercio in una nota, bar e ristoranti, ma anche qualche struttura ricettiva, stanno facendo fatica a trovare nuovo personale per ampliare l’organico nei mesi estivi.
«La maggior parte dei colloqui di lavoro si risolvono in un nulla di fatto» «A parole vogliono tutti lavorare a contatto con il pubblico e con i turisti, ma quando capiscono che i turni prevedono orari serali, fine settimana e feste comandate, i più ritirano la propria candidatura», racconta il presidente della Confcommercio casentinese Adelmo Baracchi. «Quest’anno il fenomeno sembra addirittura in crescita, ed è davvero strano, in tempi in cui molti si lamentano di non avere un’occupazione quasi ogni giorno nell’ufficio della nostra delegazione arrivano telefonate di imprenditori che hanno serie difficoltà a trovare persone da assumere, non solo per la bella stagione, ma addirittura in pianta stabile. Eppure propongono contratti seri, qualcuno addirittura a tempo pieno e indeterminato, e l’opportunità di fare esperienza in un settore sempre più quotato. Ma tra chi non vuole turni di domenica e chi non ha alcuna preparazione a ricoprire certi ruoli, come lo chef o il cameriere di sala, la maggior parte dei colloqui di lavoro si risolvono in un nulla di fatto». «A volte a rifiutare la proposta di un contratto è perfino chi è uscito da scuole o corsi professionalizzanti di indirizzo turistico e alberghiero. È come se si risvegliasse in una realtà dove il turismo non è certo solo lustrini e guadagno facile, ma anche e soprattutto impegno e fatica, come qualsiasi altro lavoro», dice il responsabile della Confcommercio casentinese.
«Fare sempre di più rete» Secondo l’associazione di categoria, vale la pena fare una riflessione seria sul fenomeno, che coinvolga istituzioni, associazioni di categoria, mondo della scuola e della formazione professionale. «Dobbiamo fare sempre di più rete per favorire l’incontro tra domanda e offerta, l’unico modo per mettere in contatto due mondi che troppo spesso sembrano lontani – spiega il presidente Baracchi – poi, in qualche modo, dobbiamo riallineare la formazione scolastica e professionale alla realtà del mercato, se vogliamo incentivare l’occupazione. Altrimenti, si rischia di perdere ottime occasioni di sviluppo, anche per le stesse imprese, che sottorganico sono costrette a rifiutare il lavoro in più».
«Troppi giovani vivono nella bambagia» Un appello il presidente della Confcommercio casentinese lo rivolge anche alle famiglie: «tanti, troppi giovani vivono nella bambagia. Protetti da tutto, non sono abituati all’impegno. Per qualcuno è inaccettabile anche solo il fatto di avere orari da rispettare in azienda. Ma di questo passo non potrà che incontrare difficoltà sempre più grosse nella vita».