Laurea magistrale ad honorem in Scienze dello Spettacolo al ballerino e coreografo russo Mikhail Baryshnikov. A conferirla l’Università di Firenze. La cerimonia si è svolta questa mattina nell’Aula Magna dell’Ateneo fiorentino.
La motivazione Il titolo accademico è un riconoscimento alla straordinaria figura di artista e interprete, assegnato, come si legge nella motivazione, «per la sua lunga e ancora attiva carriera creativa nelle diverse declinazioni delle arti performative, dalla danza, al cinema, al teatro, alla musica. l risultati del suo lavoro ne fanno uno dei più completi protagonisti nella storia della scena contemporanea. L’alto valore delle sue creazioni è apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo». A conferirgli il titolo accademico il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei, che ha introdotto la cerimonia assieme ad Andrea Zorzi, direttore del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo.
In scena con “Brodsky/Baryshnikov” Dopo la laurea honiris causa, Baryshnikov, uno dei ballerini più amati e celebrati del panorama contemporaneo mondiale, arriva al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino martedì 3 luglio (repliche mercoledì 4 e giovedì 5 alle ore 20) con lo spettacolo ‘Brodsky/Baryshnikov’, one-man show basato sulle poesie del poeta russo premio Nobel Joseph Brodsky. ‘Brodsky/Baryshnikov’, creato e diretto da Alvis Hermanis, noto regista lettone del New Riga Theatre, è un viaggio emotivo profondo nelle composizioni viscerali e complesse di Joseph Brodsky. Esibendosi in russo, la lingua madre del poeta, Baryshnikov interpreta con la sua danza una selezione delle commoventi opere del suo amico di lunga data. La sua sottile fisicità trasporta il pubblico nell’immaginazione di Hermanis e nel mondo interiore di Brodsky. Lo spettacolo, proposto in russo con sovratitoli in italiano, è un percorso intimo nel rapporto di profonda amicizia che ha legato il danzatore e il poeta per tutta la vita. Una sorta di affinità elettiva che li portava a continui scambi e confronti, ad una condivisione quasi quotidiana del loro vivere. «È di vitale importanza per me il non aver fatto neppure, per calcolo, il più piccolo tentativo di descrivere Joseph in Brodsky/Baryshnikov e il non essermi limitato a recitare a voce alta i Brodsky/Baryshnikov e il non essermi limitato a recitare a voce alta i suoi versi – spiega Mikhail Baryshnikov raccontando lo spettacolo – I suoi poemi sono insieme intellettuali e istintivi, e molto dell’immaginario di cui constano può essere traslato nei modi del linguaggio corporeo. Io ho provato ad esprimerne il significato non solo con le parole, ma anche cineticamente. A questo fine, con lo splendido regista lituano Alvis Hermanis, ci siamo rivolti al teatro Kabuki e al flamenco, agli stilemi del teatro danza giapponese Butoh e all”estetica dell”antica scultura greca».