“Aspettavo oggi a Roma l’amico Assessore Gianni Fava per la riunione che abbiamo avuto con le Regioni proprio sul Piano operativo nazionale (Pon) di sviluppo rurale. Peccato non abbia potuto partecipare, mi aspettavo delle proposte, anche per il settore del latte, ma non è arrivato nulla. È stato un incontro proficuo proprio per stabilire anche delle linee di azione per l’impiego di 1,64 miliardi di euro che abbiamo voluto fortemente destinare alla gestione delle crisi e ai settori che sono a rischio, come quello lattiero caseario. Nelle prossime settimane definiremo le modalità d’intervento e un coordinamento con le Regioni sugli strumenti che possiamo utilizzare per tutelare il reddito dei produttori agricoli. Quello che faremo è spingere ancora di più affinché l’offerta si aggreghi e siano rafforzati i rapporti interprofessionali. Come già detto nelle scorse settimane è necessario anche un salto di qualità nell’approccio da parte dei soggetti coinvolti e ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Il Governo fa la sua parte con atti precisi non certo con polemiche inutili”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina.

Attività svolte – “Il Ministero delle politiche agricole, in particolare, prosegue in un lavoro serio a tutela di un settore strategico che dovrà affrontare nei prossimi mesi un passaggio decisivo come quello della fine delle quote latte. I 108 milioni – prosegue Martina – che abbiamo stanziato per il Fondo Latte di qualità sono un primo impegno preciso con un obiettivo chiaro che è quello di sostenere il miglioramento qualitativo del prodotto. Un intervento che fa parte di un quadro più ampio di azioni che puntano sull’etichettatura, sulla quale abbiamo già avanzato richieste alla Commissione europea, sull’educazione alimentare, anche in chiave di contrasto al calo dei consumi interni, sul sostegno ai grandi formaggi italiani. Un piano presentato alla filiera e che aveva ricevuto anche l’approvazione dall’Assessore Fava che era presente alle riunioni convocate al Ministero con i rappresentanti degli allevatori e della trasformazione. A queste poi si aggiungono le scelte fatte in sede di attuazione della nuova programmazione dei fondi europei, dove abbiamo destinato agli allevamenti di vacche da latte oltre 70 milioni di euro”. “È proprio il Ministero – conclude Martina – a spingere affinché si possa rafforzare l’interprofessione, anche in ottica di un migliore utilizzo delle risorse per la gestione delle crisi. Per quanto riguarda il prezzo, invece, come dovrebbe sapere anche Fava né la Regione Lombardia né il Ministero possono intervenire direttamente. È chiaro però che nei rapporti tra produttori e industria c’è da migliorare più di un aspetto. Ma anche qui, per farlo, serve un’azione coordinata e concreta dove ciascuno faccia la propria parte senza polemizzare inutilmente”.