SIENA – Da preda Mps si è trasformato in predatore. Spinto dagli investitori privati, che se hanno puntato sul cavallo di Rocca Salimbeni, lo hanno fatto per trarne profitto.
Neanche loro però si potevano forse immaginare che l’istituto di credito senese potesse sparigliare così le carte, con un offerta pubblica di scambio volontaria per la totalità di azioni di Mediobanca per 13,3 miliardi di euro Un’operazione che consentirà al nuovo gruppo di diventare la terza realtà italiana, dietro a Intesa e Unicredit.
Il via libera delle autorità competenti, che dovrà arrivare entro il terzo trimestre 2025, non intaccherà la liquidità del Monte, perchè l’offerta è in azioni. “Un nuovo e moderno gruppo bancario altamente competitivo, leader in business specialistici chiave e con una forte solidità patrimoniale, che si pone l’obiettivo di svolgere in modo sempre più virtuoso il ruolo di sostegno a famiglie, imprese e comunità locali”, ha dichiarato l’ad Luigi Lovaglio. “Insieme e a beneficio di tutti gli azionisti, abbiamo l’opportunità di creare un player con un modello di banca globale best-in-class e resiliente, facendo leva su competenze distintive e complementari, capillari reti distributive e agili piattaforme digitali – ha aggiunto -. Una combinazione di business unica di talenti, know-how, brand e valori. La giusta sintesi per un’eccellenza italiana su cui costruire un futuro di crescita e innovazione a beneficio di clienti, dipendenti, azionisti e tutti gli altri stakeholder”.
Da Montepaschi sottolineano poi i vantaggi per gli azionisti di piazzetta Cuccia: “L’operazione consentirà un’accelerazione nell’utilizzo della Dta detenute da Mps, con un valore attuale netto stimato a beneficio degli azionisti di mediobanca di 1,2 miliardi, pari a circa il 10% dell’attuale capitalizzazione di mercato di Mediobanca”.
Non finisce qui, perché in questo contesto si inserisce la partita per le Generali. Mediobanca le possiede al 13% e il gruppo Caltagirone e la cassaforte Delfin (Delvecchio) ha interessi dislocati nei tre attori: il 27,6% di Mediobanca e il 18% di Mps, il 16,86% di Generali. Una mossa che ne vale molte.