Un armadio rosso che al suo interno custodisce chitarre, violoncelli, violini, flauti dolci e traversi, un clarinetto, il sax, una tromba e un pianoforte elettrico. Tutti strumenti da oggi a disposizione dei bimbi dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze: guidati da musicisti qualificati, coordinati dalla cooperativa Athenaeum Musicale, i piccoli pazienti potranno prendere lezioni di musica e partecipare a laboratori di costruzione di oggetti sonori e piccoli strumenti musicali.
Un’occasione formativa «In questo modo – si spiega in un comunicato diffuso dal Meyer – il soggiorno in ospedale – oltre a quelli dolorosi che inevitabilmente porta con sè – assume connotati nuovi: diventa un’occasione culturale e formativa, l’opportunità per imparare una cosa nuova. E, per i bambini già avviati alla pratica musicale, questo armadio magico rappresenta la possibilità di continuare a suonare lo strumento preferito anche nei periodi in cui devono trattenersi al Meyer».
Un ponte verso l’esterno «Questo progetto – afferma Franco Bambi, direttore dell’oncoematologia pediatrica – mette a disposizione, all’interno dell’esperienza del percorso di cura un’opportunità molto utile perché ricca di prospettive, emozioni e di creatività». «I bambini e i ragazzi del reparto di oncoematologia – aggiunge Alessandro Perondi, presidente della cooperativa Athenaeum Musicale e responsabile del progetto – vivono, a più riprese, durante i cicli di cura, periodi dolorosi di separazione, reale e psicologica, dal loro mondo di affetti, impegni e relazioni. Dare loro la possibilità di avvicinarsi alla musica e imparare uno strumento vuol dire fornire loro un progetto a lungo termine e impegnarli in un’attività di grande valore formativo, ricreando così un vero ponte verso l’esterno e verso il futuro». L’allestimento dell’Armadio della musica e l’acquisto degli strumenti è stato reso possibile anche grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, e si inserisce all’interno del progetto ‘Musica al Meyer’, portato avanti da oltre 12 anni all’interno dell’ospedale grazie al sostegno della Fondazione Meyer.