Una stabilità normativa nel settore del lavoro per muoversi con chiarezza dentro le regole al fine di creare occupazione, attrarre investimenti e tutelare i lavoratori stessi. E’ l’appello del mondo agricolo alla politica lanciato durante il convegno che lunedì 3 dicembre si è svolto a Siena dal titolo “Il lavoro da coltivare; analisi e prospettive per l’occupazione”, organizzato dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena.
«Il primo problema degli imprenditori agricoli è l’instabilità delle norme, dal ’97 ad oggi abbiamo avuto più di 10 riforme del lavoro che hanno cambiato di continuo le regole entro quali muoversi» ha sottolineato Roberto Caponi, direttore dell’area sindacale di Confagricoltura. «Il nostro territorio in particolare è attenzionato da capitali esteri che hanno voglia e dinamicità ma è difficile spiegare loro le diversità del mondo del lavoro e delle continue modifiche alle normative; sicuramente una stabilità porterebbe giovamento in un contesto poco chiaro agli imprenditori e ai lavoratori stessi» ha aggiunto Gianluca Cavicchioli, direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena. «Con questo confronto e questo appello al mondo della politica crediamo di aver dato un contributo per rispondere alle preoccupazioni del mondo agricolo, ora ci aspettiamo le risposte anche da parte di chi ci rappresenta al Governo» ha evidenziato il presidente di Upa Siena Giuseppe Bicocchi.
I deputati L’appello del mondo agricolo, preceduto da un’illustrazione del quadro normativo di riferimento da parte di Riccardo Del Punta, professore ordinario di diritto del lavoro all’Università di Firenze, è stato lanciato ai deputati presenti. «Mi farò portavoce con il ministro Centinaio di quanto emerso oggi – ha detto Donatella Legnaioli (Lega) -. Il made in Italy nel settore agricolo è al primo posto nelle nostre battaglie anche in Europa. C’è poi un problema sostanziale che dobbiamo affrontare e si chiama cuneo fiscale; basti pensare che dal 2002 al 2012 in Italia è aumentato dell’1% mentre negli altri paesi nostri principali competitors è diminuito dello 0,9%». «Al di là del caos kafkiano che stanno generando in realtà nella manovra dell’attuale Governo di agricoltura non si parla tranne che in un paio di articoli su questioni assolutamente marginali – ha detto Stefano Mugnai (Forza Italia) -. Questa maggioranza ad oggi ha totalmente dimenticato un settore che invece merita attenzione perché ha dimostrato con i sacrifici e con il lavoro di saper andare in controtendenza negli anni di crisi quando tutti gli altri perdevano occupazione. In tema di lavoro ci vuole una moratoria dalle riforme». «La manovra del Governo si è dimenticata completamente dell’agricoltura – ha detto Susanna Cenni (PD) -. Bisogna aiutare le imprese ad investire; l’ultimo contratto nazionale sottoscritto dalle associazioni d’impresa e da quelle sindacali è un contratto che aumenta i livelli di flessibilità rendendo superabile il tema dei voucher. Accanto a questo dobbiamo tenere conto di quell’area grigia di fatturato che purtroppo denota sfruttamento e forme di caporalato».