«E’ con immensa gioia e non senza un pizzico di emozione che in questa occasione di riapertura della sala dei Dugento alla vita pubblica e politica della città che anticipo che, di intesa con il Quirinale, tutti e 20 gli arazzi esposti con la mostra ‘Il principe dei sogni’ saranno custoditi a Firenze e saranno oggetto di una esposizione permanente a rotazione nella sala dei Duegento di Palazzo Vecchio». L’annuncio è arrivato dal sindaco Dario Nardella, in occasione della presentazione del nuovo allestimento della Sala che ospita il consiglio comunale. Ritornano a ‘casa’, dunque, dopo oltre 100 anni i venti arazzi medicei raffiguranti le storie di Giuseppe Ebreo e realizzati dai più importanti artisti del Rinascimento. Divisi tra Firenze e Roma e poi provvisoriamente riuniti lo scorso anno per la mostra ‘Il Principe dei sogni’, adesso tutti saranno custoditi a Firenze ed esposti a rotazione nella rinnovata Sala dei Duecento.
Insieme dopo 150 anni «Custodiremo tutti e 20 gli arazzi delle storie di Giuseppe a Firenze al fine di consentire una esposizione permanente a rotazione di questi arazzi nel Salone dei Duegento dove originariamente Cosimo dei Medici aveva voluto che venissero esposti. Dopo 150 anni questi arazzi tornano insieme ma questo non sarebbe stato possibile senza l’interessamento del Quirinale ed in particolare del Presidente della Repubblica e del segretario generale Zambetti che voglio ringraziare, oltre che del governo Renzi e del ministero della Cultura e delle attività culturali». La serie di 20 arazzi raffiguranti le “Storie di Giuseppe Ebreo”, commissionati nel Cinquecento (Firenze 1545-1553) da Cosimo I de’ Medici, rappresenta una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale. Il prezioso nucleo, tessuto dai fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher su cartoni realizzati da alcuni dei più importanti artisti del Rinascimento – Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati – è stato esposto per più di un secolo nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio, per poi essere conservato nei depositi fino al secolo scorso quando è stato esposto al pubblico all’indomani dell’Unità d’Italia. Della serie completa sono oggi conservati a Firenze dieci pezzi mentre gli altri dieci sono stati portati a Roma, alla fine del secolo scorso (1882) per volere dei Savoia, per adornare i saloni del Quirinale. Nel 1983 gli arazzi furono definitivamente rimossi dalle pareti della Sala dei Duecento per essere sottoposti ad indagini sul loro stato di conservazione e per avviarne il restauro cominciato nel 1985. L’intervento è stato affidato e concluso all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, col sostegno finanziario della Cassa di Risparmio di Firenze prima e dell’Ente Cassa poi.